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Poesia per il terremoto


Un piede fra i voltivolti di calce fra le spatole d’anime di legno,sparse fra le case.Non è l’ Aquiladi travertino o d’acciaionon c’è un piedefra le macerie di guerrafra la polvere alzatadalle ruote rivestite di Ponente.Ci sono frasi,cerchi di ruote e d’ occhi spezzatidalle ruote che come occhi risalgono asmando dalla terra.Ci sono frasi,pezzi di terra imbastita fra gli odori.Un piede, che scarico di odorisi alza fra la folla.Ci sono sciallie sciami di pietre che piovono dall’alto. Ci sono case,che urlano spiazzate sul suolo.E se i doni sono lì spiazzaticome animali che guardano nel vuoto,allora sono donile campagne che siedono nella furia,con le loro tende.Ci sono donne col grembiule livido,sporco di non so che.Un piede,nella fretta dell’attesa delle case,che semina il tempo. E mani, denudate della pelleche si stringono come corde d’avorio,forti e gentili.  Greta Ciprianihttp://artpoe.wordpress.com/