accipicchia

adatta

CORRERE E NO.

Avete presente quando camminate a passo spedito, senza voltarvi, agitando freneticamente i polpacci con quelle goccioline di sudore leggere che vi coprono la fronte sperando di prendere l'ultimo autobus che vi possa riportare a casa; mentre sta tuonando e i primi goccioloni vi arrivano dritti sulla testa?
Immaginate di perderlo.
Avete presente quando avete studiato tanto, fino a dimenticare il compleanno di vostro fratello, fino a non sopportare più il bianco delle pagine del libro, fino a che gli occhi non vi si incrociano solo per superare l'ultimo esame prima della tesi?
Immaginate di bocciare.
Avete presente quando avreste bisogno di un'amica, di QUELL'AMICA, per piangere e sbattere i pugni sul tavolo e stringerla e dirle che siete stanchi, veramente stanchi? Avete presente?
Immaginate che non ci sia.
Né lei, né nessuno.

Ho passato un anno a rincorrere quest'estate. Aspettandola, programmandola, succhiandone le aspettative come il primo ghiacciolo. Ho desiderato che arrivasse, ho sperato vi poterla vivere in pace, in serenità, senza affanni.
Ho passato un'estate a rincorrere una persona. Credendo che fosse speciale, che mi avesse capita, che avesse visto in me qualcosa di unico. Ho voluto credere che avrei potuto tentare, io che non tento mai. Io che mi ritiro sull'Aventino quando si tratta di cuore, io che non ci provo perché saranno gli altri a provare con me.

Adesso; passo le mie giornate rincorrendo l'autunno, perché di quest'estate ne ho veramente (scusate) le palle piene.