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Conti sull’“ottovolante” dagli anni delle tangenti


L’esplosione del debito tra 1982 e 1994: sotto gli ultimi Governi della Prima Repubblica il rapporto sul Pil è passato dal 55% a quasi il 122%L’Italia sull’ottovolante. Una giostra dove a volare sono solo i debiti dello Stato. Gli stessi debiti che oggi ci viene chiesto di pagare. Tutti, cari e salati. Attualmente, il debito pubblico contratto dal nostro Paese -ovvero le obbligazioni emesse dal ministero del Tesoro per coprire spese e investimenti pubblici - viaggia intorno al 120 per cento del Prodotto interno lordo. Come dire che l’intera ricchezza prodotta dall’Italia non basterebbe a coprirlo tutto.La coperta si è fatta drammaticamente più corta nell’arco di appena quindici anni, in un periodo storico ben preciso: dai primi anni Ottanta fino alla metà degli anni Novanta. Anni di boom economico, quindi di Pil in ascesa, nei quali non si è badato a spese. Le stesse di cui ora ci troviamo a dover saldare il conto.Sono otto i capi di governo della “spesa allegra” sullo scorcio della Prima Repubblica: in ordine cronologico, Giovanni Spadolini (che guidò due governi consecutivi), Amintore Fanfani, Bettino Craxi (primo e secondo governo), di nuovo Fanfani, Giovanni Goria, Ciriaco De Mita, Giulio Andreotti (sesto e settimo governo del “divo Giulio”), Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi. Con loro a Palazzo Chigi, il peso del debito pubblico è più che raddoppiato, passando dal 55% del Pil del 1982 al 121,8% (record assoluto) del 1994. Da allora lo stesso rapporto è fluttuato tra il 104 e il 119%, tornando vicino al record negli ultimi anni; ma sulla risalita registrata nel corso dell’ultimo governo Berlusconi ha pesato il brusco rallentamento del Pil.In sostanza, il debito pubblico si è impennato nel corso degli anni della “Milano da bere” (e delle tangenti). «L’Italia ha speso più di quanto incassasse per troppo tempo - è la spiegazione di Giorgio Arfaras, direttore della Lettera economica del Centro Einaudi - e si trova oggi ad avere un gran debito pubblico. Ha speso più di quanto incassasse fino a prima dell’ultimo governo Andreotti». Da allora «il deficit è stato il figlio del pagamento degli interessi sul debito cumulato. I deficit solo finanziari hanno però prodotto altro debito. La crescita economica non è mai stata troppo robusta, e perciò il rapporto debito su Pil o è rimasto stabile, o è appena sceso, o è cresciuto».A. A.dalla "Padania" del 13.12.11