Un po' di noi...

La Lega da sola tiene sul territorio


Fuori dall’alleanza di centrodestra, il Carroccio passa da 36 a 25 Amministrazioni, con altri 6 candidati sindaci al ballottaggio. Molte riconferme, qualche nuova conquista, meglio nei piccoli che nei grandi centri e nelle “periferie” rispetto alle aree metropolitanedi Andrea AccorsiPoteva andare molto peggio. Sul territorio la Lega conferma il suo radicamento e il buongoverno degli Enti locali. Ancora una volta, molte delle Amministrazioni leghiste uscenti sono state rielette, anche laddove non hanno potuto ripresentare lo stesso sindaco dopo due mandati consecutivi. Non solo. Il Carroccio conquista nuovi Comuni sui quali mai prima d’ora era stato issato il Sole delle Alpi. Una tendenza costante da est a ovest della Padania, dal Piemonte al Friuli passando per Lombardia e Veneto. Proprio in quest’ultima regione arriva il risultato migliore, con 13 sindaci eletti più altri due che andranno al ballottaggio.In totale, sono 25 i sindaci eletti al primo colpo, due dei quali in comuni sopra i 15 mila abitanti (Verona e Cittadella) e quindi senza passare dal ballottaggio. “Caso” Verona a parte, la Lega si mantiene sopra l’11 per cento delle preferenze a Monza e vicina al 5% a Genova. Insomma, non è stato il disastro annunciato da tanti “gufi” che sognavano di trasformarsi in avvoltoi per predare le spoglie di un Movimento in caduta libera. Tutt’altro.Ciò non toglie che i risultati negativi non manchino, anzi. I dati ormai definitivi mostrano una Padania a macchia di leopardo. In generale, la Lega stenta nei grandi centri: non solo Genova, Parma e Piacenza (dove però Massimo Polledri ha raggiunto il 6,3%) ma anche Cuneo (con il candidato sindaco Claudio Sacchetto  intorno all’11%), Asti (Pierfranco Verrua si ferma al 4%), Alessandria (dove a scrutinio ancora in corso Roberto Sarti è al 6,3%), Como (Alberto Mascetti era intorno al 7,3% su un dato molto parziale) e Belluno (Leonardo Colle sotto il 5% a due terzi dello spoglio).Ma a Gorizia, con il suo 4,8%, il Carroccio è stato decisivo per la vittoria del candidato del centrodestra Ettore Romoli (in Friuli-Venezia Giulia, a differenza di tutte le altre regioni, Lega e Pdl erano alleati proprio come nelle precedenti Amministrative).Va meglio, molto meglio nei centri medi e soprattutto piccoli, dove più diretto è il contatto tra cittadini e Palazzo e le preferenze degli elettori si orientano assai di più verso le persone anziché verso i simboli dei partiti.Assai differente, in questo voto che come sempre nelle Amministrative presenta molteplici sfaccettature, è anche il risultato ottenuto da regione a regione e, all’interno di queste, da provincia a provincia.La Lega non sfonda sotto il Po, dove non conquista neppure un Municipio (ma a Comacchio, nel Ferrarese, è sopra il 7%, in provincia di Firenze sfiora il 4 e a Mulazzo, provincia di Massa-Carrara, ottiene un eclatante 44,5%). Per contro, riscuote consensi in tutte le altre regioni cispadane.All’interno di esse, i risultati migliori arrivano dalle “periferie” regionali piuttosto che dalle aree metropolitane. È il caso della Lombardia, dove nessuno dei candidati sindaci è risultato eletto in Brianza e nelle circoscrizioni milanesi del Ticino e della Martesana. Lega a secco anche nel Comasco, Cremasco e Lecchese.Per contro, in altre province lombarde il Carroccio ha fatto il pieno, portando alla vittoria tutti i suoi candidati sindaci. Così in provincia di Pavia, con tre sindaci vinti su tre a Gravellona Lomellina, Marzano e Mortara. L’en plein si ripete in provincia di Sondrio (dove però c’era un solo candidato sindaco leghista).Tiene la Bergamasca, dove a Capriate San Gervasio e Brembate di Sopra si aggiunge la “new entry” Cisano. Salgono sul Carroccio anche la bresciana Rovato, Castiglione d’Adda nel Lodigiano mentre a Castiglione delle Stiviere (Mantova) Andrea Dara è andato a un soffio dal ballottaggio.Andranno invece al voto-bis Nicola Molteni, che a Cantù (Co) partirà in vantaggio rispetto al rivale Claudio Bizzozero, sostenuto da ben sette liste civiche; Riccardo Pase a Senago (Mi); Giorgio Taveggia a Meda (Mb), in testa a metà scrutinio col 29,6% contro il 23,9 del candidato di centrosinistra Gianni Caimi; e Gianfranco Crosta a Tradate (Va), appena indietro - di un centinaio di voti su 15 mila - rispetto alla rivale Laura Cavalotti (centrosinistra). Un dispiacere per il Senatùr arriva dalla sua città natale, Cassano Magnago, dove Stefania Federici si è fermata al 19,1% ma potrà essere decisiva al ballottaggio nell’apparentamento col centrosinistra o il candidato di Pdl e Udc.In Piemonte, la Lega fa il pienone in provincia di Vercelli, aggiudicandosi sia Serravalle Sesia che Varallo. In Friuli, Dorino Favot, appoggiato dalle liste Progettiamo il futuro e Lega Nord, è stato eletto sindaco di Prata di Pordenone con il 45,45% dei voti.Bene il Veneto, con ben cinque sindaci eletti nella Marca trevigiana, con percentuali comprese tra il 44 e l’80% dei voti; l’elezione col “botto” di Giuseppe Pan nella Cittadella del dopo-Bitonci, cui si aggiunge nel Padovano Vescovana; la riconferma di Rosà, la conquista di Sandrigo e il ballottaggio per Maria Rita Busetti a Thiene nel Vicentino; la riconferma di Gianluca Forcolin a Musile di Piave (Ve); mentre l’effetto-Tosi si fa sentire anche nella provincia, con le vittorie di Andrea Vecchini a Gazzo Veronese, di Ellen Cavazza a San Giovanni Ilarione e il ballottaggio di Fabrizio Zerman a San Giovanni Lupatoto da netta posizione di vantaggio (36% contro il 19,3 del candidato di centrosinistra Federico Vantini).In definitiva, prima di questa tornata elettorale la Lega Nord contava 36 delle 159 Amministrazioni per le quali si è candidata. Se ne ritrova oggi 25, che potrebbero salire a 31 tra due settimane. E tutto questo, diversamente dalle precedenti elezioni amministrative, senza l’alleanza con il primo (ma lo è ancora?) partito nazionale, ovvero il Pdl, ma correndo da sola contro tutti, ma proprio tutti. Non è un trionfo. Ma neppure un disastro.dalla "Padania" dell'8.5.12