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«Regalo del governo a Mps, ma non a fondo perduto»


Lega contro il maxi prestito straordinario di 3,9 miliardi allo storico istituto senese. Garavaglia: stop ai premi per i manager e alle sponsorizzazioni sportivedi Andrea Accorsi«Mentre non si trovano che le briciole per il decreto sviluppo, al Senato diamo 3,9 miliardi per evitare il fallimento di Mps e del suo presidente, Alessandro Profumo. Signor ministro, le annuncio che la Lega presenta un paio di emendamentini che non possono che essere accolti: il divieto di distribuire bonus ai manager fino a che non sono rientrati nelle casse dello Stato tutti i 3,9 miliardi fino all’ultimo euro; il divieto di sponsorizzazioni varie (sportive, culturali, folkloristiche) finché non è stato restituito il tutto».Il senatore Massimo Garavaglia, vicepresidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama e responsabile del dipartimento Fisco, finanze ed Enti locali del Carroccio, annuncia battaglia sul maxi prestito concesso dal governo al Monte dei Paschi. A Garavaglia fa eco Francesco Giusti, segretario comunale della Lega Nord Siena, che sottolinea come «dopo la mancata iscrizione alla serie A del Siena Calcio Femminile sponsorizzato Mps, se i sacrifici ci devono essere, questi devono valere per tutti, quindi anche per gli sport professionistici, Mens Sana Basket compresa. Una banca - rimarca Giusti - che non riesce a fare fronte a scadenze come il rimborso dei Tremonti Bond, che chiede una nuova ciambella di Stato, che annuncia contratti di solidarietà, esuberi e licenziamenti, può continuare a permettersi che la squadra che porta il suo nome spenda e spanda così?».Lo storico istituto bancario senese è in gravi difficoltà: ha annunciato tra l’altro 4.600 esuberi, sui quali i sindacati annunciano battaglia a partire dallo sciopero di tutti i dipendenti per l’intera giornata di venerdì 27 luglio. Ma il “Monte” può contare sul soccorso degli amici. A partire dalle misure straordinarie di protezione contenute nel dl Dismissioni.Senatore Garavaglia, per il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, i 3,9 miliardi che il governo darà a Mps sono un provvedimento «espressamente richiesto dalle autorità europee di settore». È vero?«Mps ha bisogno di ricapitalizzarsi per rispettare le regole europee, in particolare quelle dell’associazione bancaria europea che prevede una quota precisa di capitale, il 9%, rispetto agli impieghi ponderati per il rischio. Il problema è come reperire quel capitale, visto che in questo periodo non è semplice per le banche vendere obbligazioni. L’intervento dello Stato non è da poco, e come Lega faremo sia richieste tecniche, cioè un aumento del 25% o comunque significativo degli impieghi a favore di famiglie e imprese, sia di carattere etico: nel momento in cui la banca ha bisogno dell’intervento statale, è giusto mettere dei paletti. Come lo stop ai premi dei manager, a cominciare da Profumo che negli anni passati ne ha avuti, e sostanziosi. E che non vengano date sponsorizzazioni, in particolare a società sportive che negli anni hanno ricevuto aiuti milionari».Sempre secondo Grilli, le banche italiane hanno retto «molto meglio di altre» gli effetti della grave crisi finanziaria. È così?«Quello che dice Grilli è corretto. In effetti gli istituti bancari del nostro Paese sono nel complesso più orientati ad attività tradizionali e quindi hanno avuto meno problemi rispetto a banche di altri Paesi, più esposte sul piano internazionale, che si erano allargate molto soprattutto nei Paesi dell’Est o che avevano un’incidenza maggiore di attività non tradizionali. Ma è anche vero che le regole dell’associazione bancaria europea sembrano fatte apposta per penalizzare le nostre banche, tant’è che viene considerato più rischioso finanziare famiglie e imprese piuttosto che speculare in derivati. Questo le ha penalizzate, e il totale della ricapitalizzazione richiesta nel 2012 supera i 15 miliardi di euro, che sommati ai 160 miliardi di obbligazioni in scadenza fa capire quanto sia stato difficile per il sistema bancario italiano rispettare queste regole europee, e quanto abbia complicato l’erogazione di prestiti al sistema produttivo».Allora è vero, come sostenuto dal presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, che le banche italiane «sono vittime della crisi»?«È abbastanza vero. Ma è vero anche che le banche italiane continuano a prendere soldi all’1% dalla Banca centrale europea e a darli a tassi ben superiori, quando li danno. Al solito, la verità sta nel mezzo».Maroni concorda con il Tesoro inglese, secondo il quale i soldi devono essere dati a banche che sostengono l’economia reale erogando prestiti a imprese e famiglie. Cosa pensa al proposito?«È molto interessante il dibattito che si sta sviluppando nel mondo anglosassone anche e soprattutto in seguito allo scandalo dell’Ibor, tasso sul quale, diciamo così, truccavano un po’... Nella City e sul Financial Times si esprimono pareri favorevoli alla separazione tra l’attività bancaria tradizionale, ovvero i prestiti all’economia reale e alle famiglie, e l’attività speculativa. Un intervento strutturale come questo risolverebbe tanti dei problemi che le banche stanno vivendo. Si tratterebbe di tornare al sistema che era in vigore fino all’inizio degli anni Novanta e che ha consentito decenni di stabilità».dalla Padania del 14.7.12