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Il Pdl furioso “tradisce” Monti Critiche anche da Pd e sindacati


I berlusconiani votano contro dopo l’affondo sullo spread. Lupi: «Sostenere con responsabilità il Governo non vuol dire essere un tappetino sdraiato»ROMA - Via libera col brivido alla spending review. Il Governo va “sotto” su un ordine del giorno al decreto legge, che alla fine ottiene dalla Camera il via libera definitivo. Ma la trentaquattresima fiducia strappata dai tecnici è stata particolarmente sofferta. E lascia dietro di sè un Pdl furioso e diviso: alcuni deputati hanno votato contro, contravvenendo agli ordini di scuderia, mentre nelle file del partito serpeggia la rabbia per l’uscita di Monti al Wall Street Journal («se al governo ci fosse ancora Berlusconi, lo spread sarebbe a 1.200»). Una rabbia che si è subito tradotta in una vendetta, con un voto contrario alle indicazioni dell’Esecutivo.Ma il malessere non è solo del Pdl. Bersani già chiede aggiustamenti al dl: «Questa spending review - osserva il leader del Pd - qualche imperfezione ce l’ha. Ci sono cose che vanno un po’ riviste, come sulla scuola. Si tratta di tagliare gli sprechi ma non la spesa sociale». Mentre i sindacati si mobilitano contro il provvedimento: Cgil e Uil annunciano un flash mob il 28 settembre davanti alla Camera per ribadire lo sciopero del pubblico impiego già fissato e dire, anzi scrivere, «basta parole».Gli statali di Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-fpl, Uil-Rua infatti per chiarire le ragioni del sit in di ieri hanno utilizzato pettorine con lettere cubitali, che formavano le parole “28-09-12 sciopero” da un lato, e “basta parole” dall’altro. Nei manifesti appesi dai sindacati si vedeva la foto di una mannaia da macellaio e si leggeva: “La mannaia del governo taglia in modo insensato e iniquo le risorse destinate ai servizi pubblici, mina alla base le radici dello stato sociale, determina le condizioni per una completa destrutturazione della pubblica amministrazione a vantaggio di privati senza scrupoli”.Durante le operazioni di voto a Montecitorio, il Governo è stato battuto su un odg a firma di Alfredo Mantovano (Pdl) sulle risorse da destinare a giustizia e sicurezza. Diversi parlamentari pidiellini hanno ammesso che si è trattato di un voto di protesta contro le parole del premier al Wsj. «Lo abbiamo fatto apposta - ha spiegato il tesoriere del gruppo, Pietro Laffranco - per protesta contro le parole di Monti su Berlusconi. Ha detto una sacrosanta sciocchezza e noi abbiamo voluto lanciare un segnale». Fra chi nelle file del Pdl ha votato contro il decreto, Viviana Beccalossi, Luigi Cesaro («no motivato dalla personale lontananza da questo tipo di politica che sotto il profilo sociale determina situazioni gravi per le fasce più deboli») e Bruno Murgia («la spending review è un attacco all’autonomia regionale sarda»).Maurizio Lupi, vice presidente della Camera, avverte: «Sostenere con responsabilità il Governo Monti non vuol dire essere come un tappetino sdraiato». Quanto all’affondo sullo spread, «Monti guardi con attenzione la realtà. Si è visto in nove mesi di governo e 33 fiducie che il problema non è questo». Poi l’esponente Pdl ha ricordato che oggi Angelino Alfano presenterà a Monti la proposta per «mettere mano finalmente al debito pubblico».A. A.dalla "Padania" dell'8.8.12