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FISCO DIMEZZATO PER GLI IMMIGRATI


Gli stranieri dichiarano quasi il 40% in meno degli italiani. Metà di loro guadagna meno di 10mila euro all’anno. Albanesi i più “ricchi”, cinesi e filippini... non pervenutidi Andrea AccorsiGli stranieri dichiarano al fisco quasi il 40 per cento in meno di quanto dichiarato dagli italiani. Un immigrato su due dichiara una cifra inferiore ai 10 mila euro annui. Gli stranieri sono l’8,2% di tutti i contribuenti, ma dichiarano il 5,3% dei redditi nazionali. Una sproporzione che lascia intravedere una massiccia evasione fiscale. Sulla quale però Governo, Gdf, Agenzia delle Entrate e gli altri vampiri di Stato chiudono gli occhi. Anzi, danno pure una mano, visto che lo scorso febbraio i “tecnici” hanno cancellato perfino la (modesta) imposta dello 0,2% sui trasferimenti all’estero delle risorse degli immigrati: si tratta delle cosiddette rimesse, un tesoro di alcuni miliardi di euro (più di 6 nel 2010) che equivale a mezzo punto percentuale del Pil. Un altro fiume di denaro che sfugge al fisco con la complicità di Monti & C., cui si deve la cancellazione dell’imposta introdotta dall’ultimo Governo Berlusconi con una norma a firma Maroni-Tremonti.In media, i redditi dichiarati dagli stranieri ammontano a 12.481 euro, 7.367 in meno rispetto a quelli dichiarati dagli italiani. Ma non è l’unico dato a fare aggrottare le ciglia fra i tanti contenuti nell’indagine realizzata dalla Fondazione Leone Moressa, che ha analizzato le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche in base al Paese di nascita per il 2010 fornite dal ministero delle Finanze.Il Paese da cui proviene il maggior numero di contribuenti stranieri risulta la Romania: qui è nato il 18,1% di tutti i contribuenti stranieri residenti in Italia, seguiti da quelli provenienti da Albania e Marocco. Mentre i rumeni dichiarano mediamente 9.100 euro, per gli albanesi la cifra sale fino a 11.900 euro e per i marocchini a 10.720.Spicca, in questa graduatoria, l’assenza degli asiatici. Eppure, secondo gli ultimi dati sulle rimesse degli stranieri resi noti dalla stessa Fondazione, ogni cinese residente in Italia invia in patria poco più di 9 mila euro all’anno, il valore più elevato fra tutte le nazionalità presenti nel nostro Paese. Curiosamente, si tratta della stessa cifra dichiarata nei “740” et similia dai rumeni. In pratica, ogni cinese residente in Italia mantiene quasi tre compatrioti in Asia: in tutto, le rimesse cinesi in uscita dal Belpaese mantengono più di mezzo milione di abitanti della Cina.Eppure, come accennato, i cinesi non compaiono fra le prime nazionalità quanto a redditi dichiarati al fisco. Lo stesso vale per i filippini, che pure risultano al terzo posto per volume di rimesse (712 milioni di euro nel 2010). Il sospetto di una colossale evasione che avviene sotto gli occhi delle nostre autorità prende sempre più corpo.Altro dato lampante, le solite differenze regionali da Nord a Sud della Penisola. La presenza dei contribuenti nati all’estero è più alta al Nord, più contenuta nel Mezzogiorno. Quasi il 20% dei dichiaranti stranieri si concentra in Lombardia seguito, distaccato di diversi punti percentuali, da Veneto (11,1%), Emilia-Romagna (10,8%) e Lazio (10,5%).Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte sono le regioni in cui gli stranieri dichiarano i redditi più elevati. A guadagnare di più sono i contribuenti stranieri che vivono in Lombardia, con quasi 15 mila euro di reddito. Ma al Nord si evidenziano anche le maggiori differenze retributive con gli italiani.Il reddito complessivo dichiarato dai quasi 3,4 milioni di contribuenti nati all’estero ammonta a 41,6 miliardi di euro. In termini percentuali, essi rappresentano l’8,2% dei contribuenti totali e certificano il 5,3% dell’intera ricchezza prodotta. Il 42,2% dei contribuenti nati all’estero è donna e contribuiscono per appena un terzo dei redditi degli stranieri: esse infatti dichiarano in media appena 10 mila euro contro i 14 mila degli uomini.L’86,4% degli stranieri dichiara redditi da lavoro dipendente e assimilati, mentre appena il 19,2% compila anche la sezione del modello relativa ai terreni e fabbricati (quando per gli italiani si tratta dell’84,8%). In media, si calcola che per i redditi da lavoro dipendente l’ammontare annuo si attesti a 12.260 euro, quasi 6 mila in meno degli italiani.Gli stessi ricercatori della Fondazione Leone Moressa affermano che «gli stranieri sono, e con ogni probabilità continueranno sempre più ad essere, una parte importante della struttura economica del nostro Paese. Ci si potrebbe aspettare un’incidenza addirittura più elevata se solo il lavoro sommerso venisse regolarizzato: operazione, questa, a tutela degli immigrati, ma anche a beneficio dell’intera collettività».dalla Padania del 23.8.12