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Polverini non molla «Si dimetta Bersani»


La presidente del Lazio: il Consiglio è con meROMA - «Il Consiglio ha votato all’unanimità. Tutto questo mi ha fatto riflettere a lungo. C’erano tutte le condizioni per poter andare avanti». Lo ha dichiarato nel suo intervento al Consiglio regionale del Lazio il presidente della Regione, Renata Polverini. E ha confessato: «Lo sconforto c’è stato e si è anche visto. Poi dal ruolo che mi hanno dato i cittadini con un milione e mezzo di voti ho voluto dare un messaggio alla Giunta, ed è quello di non abbandonare la nave».Niente dimissioni, dunque, dopo lo scandalo sulla gestione dei fondi pubblici destinati al Pdl. Gli investigatori puntano a chiarire come siano stati utilizzati gli 8 milioni assegnati per legge come rimborso elettorale. La governatrice del Lazio incassa anche l’auspicato taglio delle commissioni, portate da sedici a otto, oltre all’abolizione delle tre commissioni speciali (su Federalismo fiscale e Roma Capitale, Sicurezza e integrazione sociale, Sicurezza e prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro). «Porteremo a casa - ha detto - un risparmio di 20 milioni per quest’anno e di 26 milioni per i prossimi due anni».A chi le chiedeva se è vero che «non poteva non sapere» del sistema e le quantità di finanziamento ai gruppi, Polverini ha ribattuto: «I 35 milioni che venivano erogati al Consiglio regionale nel bilancio figurano come “spese di funzionamento” del Consiglio. Dopodiché c’è una attività autonoma dei gruppi. Non è che il mio gruppo, per il fatto che porta il mio nome, è guidato da me». E rimanda al mittente l’invito a dimettersi che le ha rivolto il leader Pd, Bersani: «Ho sempre affrontato il toro per le corna, come dice il segretario del Partito democratico. Ma mi piacerebbe porgli una domanda: perché dopo il caso Fiorito io dovrei dimettermi? Perché lui non l’ha fatto con Lusi? Questo un giorno dovrà poi spiegarmelo».La presidente della Regione ha quindi ringraziato «di cuore» la maggioranza «per avermi sostenuto emotivamente e psicologicamnte. Ma il mio ringraziamento va anche all’opposizione. Oggi siamo stati in grado di ribaltare una sitauzione, di uscire da questi provvedimenti con voto unanime». Un grazie anche a Berlusconi, che «ha confermato quanto già aveva detto nei giorni scorsi», cioè di andare avanti nel mandato. «Ma la cosa che mi ha fatto più piacere - ha tenuto a dire la Polverini - è che me lo hanno detto tanti cittadini».Il principale “accusato” dello scandalo, intanto, mette le mani avanti. «Io pietra dello scandalo? Pensavo che le pietre dello scandalo fossero altre - ha detto l’ex capogruppo Pdl Franco Fiorito a Tgcom24 -. Io sono il responsabile di un mancato controllo e di una gestione molto ampia del patrimonio. Non credo di essere la pietra dello scandalo ma un capro espiatorio». Per Fiorito «questo sistema, questa organizzazione della distribuzione dei fondi ha fatto il suo tempo e va cambiata per essere più coerenti con la società odierna che chiede una riduzione dei costi --. Però - ha continuato - non è attribuibile a me questo meccanismo, io l’ho trovato così e ho rispettato le leggi. Parlare di ladrocinio è troppo. Mi vengono attribuite frasi, anche sulla Polverini, che non so da dove siano state tratte. Io non so se la Polverini avesse letto o meno quella famigerata lettera, era tra i destinatari, ma poi non ne abbiamo più parlato. Di certo non sono andato in Procura a denunciare un sistema o addirittura a denunciare la presidente».Spiega Fiorito: «Non ho fatto nomi, ma ho portato la documentazione dei 17 consiglieri del gruppo. Non si tratta di dossier contro qualcuno. La documentazione che è stata data ai magistrati spiega che c’è una gestione improntata alla legalità. Quando si analizzerà quell’attività contabile si scoprirà che gran parte delle cose che si stanno dicendo sono inesistenti. Accusatemi di quello che ho fatto, se c’è una cosa di cui posso essere colpevole è di aver gestito con leggerezza una grande quantità di denaro ma nessuno può dire che ho utilizzato in maniera impropria quel denaro. Ho letto di spese assurde, c’è una culpa in vigilando da parte mia - ha concluso - ma non sono stato io ad andare a mangiare le ostriche e a fare i festini vestito da maiale».A. A.dalla "Padania" del 22.9.12