Un po' di noi...

LA CORTE DEI CONTI "CONDANNA" IL GOVERNO


Spietata relazione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato: «Non ne ha azzeccata una»di Andrea AccorsiCostosa, inefficace, precaria, perversa. È la politica del Governo Monti nelle parole della Corte dei Conti. Roba da andare a nascondersi, altro che ricandidarsi.I giudizi della magistratura contabile sono più spietati dei più spietati oppositori di Monti & C. Leggere per credere le parole del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso dell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza predisposto dai “tecnici”.«AUSTERITÀ INUTILE». Per Giampaolino la somministrazione di «dosi crescenti di austerità e rigore» è una «terapia molto costosa e, in parte, inefficace» in assenza di una «rete protettiva di coordinamento e di solidarietà e soprattutto se incentrata sull’aumento del prelievo fiscale. Si è di fronte - ha insistito - a evoluzioni contraddittorie: si realizzano risultati importanti nel controllo della finanza pubblica, ma i mercati li riconoscono solo in parte. Si continuano a inasprire le manovre correttive, ma l’economia reale non riesce più a sopportarne il peso».La cura Monti «non offre neppure certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni finanziarie». Si tratta di una spirale negativa che «è ben evidenziata dall’esame della situazione italiana. Ancorché obbligato, il pareggio di bilancio conseguito con queste modalità appariva alla Corte in equilibrio precario. Con un alto livello di entrate e di spese pubbliche, oltre che con un’inflazione in rapida risalita, la compressione del reddito disponibile di famiglie e imprese non può, infatti, non generare una caduta dei consumi e degli investimenti».La magistratura contabile certifica quello che tutte le persone senza fette di salame sugli occhi sapevano da un pezzo: un fallimento su tutta la linea. A partire dall’andamento del Prodotto interno lordo.«RISULTATI ECCEZIONALI: IN NEGATIVO». Per il 2012 la flessione del Pil è stimata al 2,4% «ma sorprende, soprattutto, la diminuzione dell’1% del prodotto anche in termini nominali», dice Giampaolino. «Un risultato eccezionalmente negativo che, storicamente, si era verificato solo nel 2009, l’anno centrale della “grande recessione”». Nel 2013, ricorda la Corte dei Conti, si registreranno minori entrate per oltre 21 miliardi rispetto a quelle previste in aprile. Di questi, poco più di 6,5 miliardi sono riconducibili al superamento dei previsti incrementi dell’Iva (almeno fino al giugno 2013), ma la flessione delle imposte dirette (-7,4 miliardi) e dei contributi sociali (-2,3 miliardi) è da imputare ad una caduta del Pil molto superiore al previsto.Il negativo andamento delle entrate, sottolinea Giampaolino, «è compensato, almeno in parte, da una riduzione della spesa al netto di interessi, inferiore di circa 5 miliardi al livello previsto, anche se per oltre 2 miliardi dovuta ad un’ulteriore flessione di quella in conto capitale». Per il 2013 risultano, quindi, «molto meno favorevoli i risultati sia in termini di avanzo primario (inferiore di oltre 16 miliardi) che di indebitamento netto (superiore di quasi 17 miliardi)».«CRESCITA IN CORTO CIRCUITO». L’urgenza delle misure di correzione dei conti pubblici ha portato a «effetti perversi di un corto circuito tra inasprimenti fiscali e crescita economica». L’approfondimento della recessione, secondo la Corte, «ha impedito di conseguire gli obiettivi di entrata, nonostante gli aumenti discrezionali di imposte con cui il Governo ha cercato di compensare la ciclicità del gettito fiscale».E ancora. L’economia solo «difficilmente» potrebbe sostenere una nuova manovra di correzione dei conti pubblici che, comunque, «non dovrebbe rivelarsi necessaria». Secondo i magistrati contabili dal lato della spesa «si rilevano maggiori uscite al netto degli interessi per oltre 2 miliardi».«SERVONO COSTI STANDARD». La Corte invita poi ad anticipare alcune misure previste dal Federalismo fiscale, come l’introduzione dei costi standard. Nelle parole dei giudici contabili, il processo di revisione della spesa degli Enti locali dovrà essere accompagnato a «verifiche che consentano non solo un ridimensionamento delle spese di funzionamento ma, soprattutto, la conformità a precostituiti parametri normativi». L’attività di controllo, aggiungono, dovrà «evitare che i tagli si concentrino, come nel recente passato, solo sugli investimenti pubblici o sui livelli dei servizi resi ai cittadini».«VISTOSI PEGGIORAMENTI PER LE FAMIGLIE». A proposito di cittadini. «I dati di contabilità nazionale evidenziano come quello in corso sia l’episodio recessivo di massima intensità per i consumi delle famiglie». La magistratura contabile evidenzia i «peggioramenti vistosi» che si riscontrano per i consumi delle famiglie, stimati in riduzione del 3,3 per cento. Dati negativi interessano anche gli investimenti fissi lordi, che registrano una flessione superiore all’8%. Mentre per il settore delle costruzioni si registra una contrazione che va avanti da 19 trimestri consecutivi». I consumi pubblici, intanto, registrano la decima riduzione trimestrale consecutiva.I risultati attribuiti al programma di riforme, secondo la magistratura contabile, hanno «una dimensione insufficiente per colmare il vuoto di domanda apertosi dal 2007. Siamo in presenza di un ridimensionamento della domanda aggregata che a metà 2012 aveva raggiunto queste cifre: -19% per gli investimenti in macchinari, -23% per le costruzioni, -4% per i consumi delle famiglie, -6,7% per le esportazioni». Si tratta di «fortemente negativi e presumibilmente destinati a peggiorare nella seconda parte dell’anno e nei primi mesi del 2013».È dunque necessario, secondo la Corte dei Conti, «rafforzare la strategia per la crescita, affidando ad essa obiettivi più ambiziosi di quelli finora adottati». Gli interventi per la crescita sono solo in parte riforme senza spesa. «E sicuramente richiedono che si apra una prospettiva di riduzione della pressione fiscale».dalla Padania del 3.10.12