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Colpo di... scolorina sulla Provincia di LODI


FORONI: «Gesto arrogante che pagheranno i cittadini. Il governo gioca con il nostro futuro come a Risiko»di Andrea Accorsi«Èsolo fumo negli occhi. Tagliano poteri e servizi per la collettività, mentre non sarà tagliato un solo euro di tasse ai cittadini. Daremo battaglia per la riaffermazione della verità, della nostra identità territoriale e per combattere il mostro centralista in cui si sta trasformando questo Stato». Pietro Foroni (nella foto), presidente della Provincia di Lodi, è un fiume in piena. E lo si può capire: il modo in cui la sua Provincia è stata cancellata è talmente approssimativo da risultare farsesco. Un colpo di scolorina: tanto è bastato ai “tecnici” romani per far confluire Lodi nella grande provincia della Bassa Lombarda che comprenderà anche Mantova e Cremona.«Siamo al grottesco - sbotta Foroni -. Il ministro dell’Interno Cancellieri e quello della Funzione pubblica Patroni Griffi annunciano la nuova distribuzione territoriale del Paese con una mappa rimaneggiata all’ultimo momento e con una striscia di scolorina sul Lodigiano. È la dimostrazione che questo Governo ha affrontato il futuro dei cittadini italiani, e di quelli lodigiani in particolare, come se giocasse a Risiko».Il Governo, attacca Foroni, si è dimostrato doppiamente arrogante. «Primo, perché non ha tenuto in nessun conto la volontà dei territori coinvolti, che avevano indicato, sulla base di un percorso che aveva coinvolto tutte le parti politiche e sociali e sulla scorta di innumerevoli motivi di carattere storico, geografico, economico e logistico, un accorpamento con la sola Cremona e l’autonomia della Provincia di Mantova. Secondo, perché il chiaro segno di scolorina che cancella uno dei confini della Provincia di Lodi dimostra che la decisione sul nostro futuro è stata presa in maniera affrettata, all’ultimo momento e probabilmente per rispondere alle pressioni di qualcuno».Ma non basta. Il Governo dei professori ha anche dichiarato decadute le Giunte provinciali al 31 dicembre prossimo. «Una scelta che interrompe il lavoro di tutti gli assessori - rimarca Foroni - e un percorso di governo del territorio che era stato programmato su cinque anni. Un gesto irresponsabile».Ancora, il presidente della (ex) Provincia di Lodi giudica «ridicola» la decisione di fissare al novembre del 2013 le elezioni del nuovo presidente della Provincia che saranno fatte dai rappresentanti dei Comuni lodigiani, cremonesi e mantovani: «Gli stessi Comuni andranno a rinnovo di lì a qualche mese. Che legittimazione potrà avere il futuro governo della Provincia, tra l’altro svuotata di competenze e con gravi ripercussioni sui servizi? I cittadini se ne accorgeranno quando dovranno andare a Cremona o addirittura a Mantova per avere ciò su cui oggi potevano contare a pochi chilometri da casa, come ad esempio un passaporto. Per molti servizi dovranno spendere più tempo e più denaro in benzina per spostarsi».Il tutto per non risparmiare un fico secco. «Non ci sono risparmi! - taglia corto Foroni -. Non lo dico io, lo stesso Governo nel decreto legge non ha conteggiato alcun risparmio. Patroni Griffi ha buttato lì la cifra di 50 milioni di euro: spiccioli».Ci sono molte altre cose che non vanno giù a Foroni. «A farci la predica è lo stesso ministro Patroni Griffi che ha doppio stipendio e che ha comprato a poco prezzo una casa in una zona pregiata di Roma». Poi, il crescente accentramento romano. «Fino ad oggi abbiamo vissuto un falso federalismo, mentre lo Stato è sempre più centralista. Sta diventando il Leviatano di Hobbes: decide lui quando far cadere gli Enti locali, toglie poteri ad essi ma lui li tiene tutti. Non è un caso: la maggior parte dei ministri di questo Governo sono ministeriali, vengono dalla Funzione pubblica e dal pubblico impiego. È il principio di autoconservazione. Infatti, ai ministeri non hanno tagliato nulla».Resta da chiedersi che cosa fare per limitare i danni. «Come ho già scritto al presidente dell’Unione Province Lombarde, deve partire immediatamente il Coordinamento delle Province del Nord. Solo da lì può nascere una risposta chiara, aperta e in contraddittorio con il Governo, che si è dimostrato scorretto con tutte le Province e soprattutto con quelle del Nord, che costano meno della metà di quelle del Sud e hanno molte più funzioni perché le Regioni hanno delegato di più. Invece siamo stati trattati tutti allo stesso modo, con il benestare dell’Unione Province d’Italia (Upi). Con tagli lineari hanno tolto spese, personale e indebitamento senza considerare che noi ne abbiamo di meno, quindi quei tagli incideranno di più al Nord».Ultima beffa, nello stesso giorno in cui il Governo ha presentato il decreto sul riordino delle Province, il presidente della Provincia di Catania e dell’Upi, Giuseppe Castiglione, ha rassegnato le dimissioni per presentarsi alle prossime elezioni politiche. «Di fronte a tale scelta, viene normale chiedersi se l’Upi abbia interloquito con il Governo con la necessaria attenzione, fermezza e intraprendenza».dalla Padania del 2.11.12