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SALVINI «Occasione storica, con Maroni vince l’autonomia. Benvenuto chi ci sta»


 Il segretario della Lega Lombarda: «Un militante del Carroccio vorrebbe sempre correre da solo, ma qui c’è in ballo quello che a Roma non siamo mai riusciti a fare in tanti anni»di Andrea Accorsi Parla con gli ascoltatori di Radio Padania, posta su Facebook, “cinguetta” su Twitter. Matteo Salvini ricorre a qualunque strumento per sottolineare quanto portato a casa dal Carroccio con l’accordo sottoscritto con il Pdl: il prossimo premier non sarà Berlusconi, con Maroni presidente della Lombardia le Regioni del Nord tratterranno il 75 per cento delle tasse sul territorio, quindi a portata di mano c’è un’occasione storica per rivoluzionare il fisco a tutto vantaggio dei padani.«Accordo scritto perché tutte le Regioni del Nord possano trattenere (e restituire ai loro cittadini, come servizi in più o taglio di tasse) il 75% delle tasse sui loro territori, e creazione di una Euroregione del Nord - rimarca il segretario nazionale lombardo su Fb -. Niente Berlusconi premier, in caso di vittoria. Ultima parola a Maroni su liste e candidati. Non vivo di certezze, invidio chi le ha sempre. Ma visto il momento, e visto che contro la Lega si sta schierando il peggio, penso che valga la pena di rischiare».«È giusto che ognuno abbia il suo pensiero - prosegue Salvini - ma fatta la scelta si corre tutti insieme per vincere. Sono contento che su Radio Padania la nostra gente stia dimostrando compattezza: banzai!».Sull’alleanza col Popolo della Libertà, rileva: «Noi abbiamo Maroni e il nostro programma, chi ci sta è ben accetto. L’accordo con il Pdl serve, sulle tasse non cediamo».Salvini dà poi una interpretazione personale al voto in Regione. «Il 24 febbraio in Lombardia non ci saranno delle semplici elezioni, ma un referendum per l’autonomia. Come nel caso monarchia-repubblica. O di qua o di là. Con Maroni vince l’autonomia, con gli altri non si cambia. E se un accordo mi avvicina all’autonomia, amen».Intervistato da TgCom24, il segretario della Lega Lombarda approfondisce il suo pensiero. «Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, soprattutto con gli amici. Di quello che accadrà a Roma a noi della Lega interessa molto meno di quello che accadrà al Nord sui nostri territori. L’accordo prevede l’impegno scritto a fare in modo che il 75% delle tasse prodotte rimanga sui territori che le producono per reinvestire questi soldi sui territori stessi e che, in caso di vittoria, il prossimo premier non sarà Berlusconi. Queste erano due richieste pazientemente ma testardamente portate avanti dalla Lega da un mese a questa parte, che hanno trovato finalmente una risposta scritta positiva sulla quale si può ragionare».Sulla diffidenza di parte della base leghista per il Cavaliere, puntualizza: «Un militante della Lega vorrebbe sempre correre da solo, ma qui c’è in ballo quello che a Roma non siamo mai riusciti a fare in tanti anni. Capisco i militanti che dicono meglio soli, ma in Lombardia la partita sarà con la sinistra che non parla di programma ma è compatta, gli elettori della sinistra a votare ci vanno».In definitiva, «è un’occasione storica, per chi vuole cambiare il sistema fiscale al Nord, eleggere un governatore leghista, cosa che non c’è mai stata nella storia. Io per primo mi sacrifico ma l’accordo lo sottoscrivo. Avremmo potuto correre da soli, sarebbe stato più facile e comodo, ma ci interessa il risultato finale. I sondaggi danno un testa a testa tra Ambrosoli e Maroni. Ormai la gente vota la persona e su Roberto Maroni c’è poco da dire, quindi mi interessa il sondaggio dei cittadini del 25 febbraio. I ministri del governo? A livello nazionale la sinistra parte avvantaggiata, fare ragionamenti sui ministri è prematuro, preferisco parlare di programmi piuttosto che scervellarmi su chi farà il ministro dell’Economia. A me piacerebbero come ministri dell’economia Tosi, Tremonti o Giannino, ma sono pensate personali, poi chi vorrà votare lo farà in base a quello che si vuole fare». dalla Padania dell'8.1.13