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Befera si inventa il “partito degli evasori” anti redditometro


 Il direttore dell’Agenzia delle entrate difende a spada tratta la sua “creatura”: «Basta ostacoli, non faremo mica controlli di massa»di A. A.  Difende la sua “creatura”. Giura che non sarà un “grande fratello” fiscale. E pur di non rimangiarsi le proprie scelte, si inventa perfino il “partito degli evasori”. Attilio Befera (nella foto), direttore dell’Agenzia delle entrate, quando parla di redditometro non vuole sentire ragioni: va fatto, punto e basta. E se ci sono problemi, non è colpa sua.«Ogni volta che l’Agenzia delle Entrate cerca di fare un passo avanti, il partito degli evasori frappone ostacoli -ha detto ieri Befera a Firenze, a margine di un convegno organizzato da Cna -. Abbiamo fatto i controlli sul territorio e ci avete detto che era spettacolarizzazione e che avremmo dovuto fare controlli con l’incrocio delle banche dati. Allora abbiamo fatto l’incrocio con le banche dati. Occorre fare chiarezza. Dietro questa apparenza c’è il partito degli evasori». E avanti così, sottolineando che il redditometro si basa sulla «differenza tra reddito consumato e reddito dichiarato. Nella prima fase - ha spiegato - c’è un contraddittorio, una discussione, non è che uno deve conservare sempre gli scontrini o tutti i pezzi di carta. Non facciamo controlli di massa. E non arriveranno 20 milioni di comunicazioni ai contribuenti, perché su 40 milioni di contribuenti ci saranno controlli su 35-40 mila».A suo dire, l’operazione del redditometro «è rivolta all’evasione sfacciata. Non c’è l’inversione dell’onere della prova - ha proseguito Befera - perché è un normale contraddittorio che si basa su spese certe e documentate”. Per il direttore dell’Agenzia delle Entrate l’uso delle statistiche Istat «è una questione residuale. Il redditometro è un’operazione normalissima. Questa volta siamo sul lato delle spese, più che sul lato di ricavi, dove ci potrebbero essere costi gonfiati o ricavi omessi: dichiari 10 mila e spendi 100 mila».L’Agenzia delle Entrate ha fatto una mappatura degli adempimenti per arrivare ad una semplificazione. E nei prossimi giorni convocherà le associazioni di categoria, con la proposta degli adempimenti da tagliare per via amministrativa. In definitiva, con il redditometro «non vogliamo classificare la spesa come espressione della ricchezza - ha assicurato -. Prendiamo solamente l’ammontare delle spese portate in dichiarazione e in detrazione, come fate con il veterinario. Quindi, qual è lo scandalo?».dalla "Padania" del 26.1.13