Un po' di noi...

ZAIA «Mai situazione più favorevole per imporre a Roma la Macroregione»


 Il Governatore del Veneto: blocco del Nord pronto a coalizzarsi per recuperare risorse e competenze che gli sono state scippatedi Andrea Accorsi Governatore Zaia, quali prospettive si aprono per la Macroregione del Nord dopo la vittoria di Maroni in Lombardia?«Se avessimo dovuto farlo, non avremmo potuto disegnare per noi una situazione più propizia di questa».Ma che cosa sarà in concreto la Macroregione?«Un blocco del Nord, che per la prima volta nella storia si coalizza sul piano istituzionale e politico contro Roma. E oggi Roma è debolissima».Sul piano istituzionale sono previste nuove strutture oltre a quelle già esistenti?«Siamo assolutamente contrari a sovrastrutture. Piuttosto, crediamo nella condivisione di percorsi in comune con l’unico obbiettivo di portare risultati per il nostro popolo».Quale sarà il primo passo?«Penso che la prima sfida sia condividere strategie comuni. Veneti, Lombardi, Piemontesi e Friulani hanno sicuramente cose in sospeso con Roma che debbono essere chiarite quanto prima. A cominciare da competenze che ci sono state letteralmente scippate, e dalla rapina quotidiana che Roma perpetua nei nostri territori».Quale rapina?«Applicando a tutta Italia i costi della Pubblica amministrazione nella Macroregione, ci sarebbe un risparmio di oltre 30 miliardi di euro all’anno, che equivalgono a più di un terzo degli interessi sul debito pubblico. Tutte risorse che potrebbero essere tolte dal grande mare degli sprechi. Secondo dati del ministero della Salute, da noi una siringa costa 6 centesimi e al Sud 25, al Nord un pasto in ospedale 6,5 euro mentre in alcune località del Sud arriva sopra i 60. Tutti i soldi risparmiati verranno dirottati sul grande progetto della promozione dell’economia, riducendo la pressione fiscale e creando nuova occupazione».Il Veneto, in particolare, che cosa si aspetta dalla Macroregione?«La sfida per noi Veneti è dare risposte a un’economia che è in asfissia, con 162 mila disoccupati, un ragazzo su quattro sotto i 30 anni senza lavoro e due precari. È una situazione che paghiamo doppiamente, in quanto l’Italia delle due velocità è un’Italia che si trascina con i suoi sprechi nell’oblio e ci butta letteralmente fuori dal mercato».La soluzione sarà la nuova Macroregione?«È fondamentale innanzitutto ricordare che questa scelta è assolutamente innovativa, perché rispondente a quella che sarà l’Europa del futuro. Che non saranno gli Stati uniti d’Europa, ma sarà l’Europa del modello svizzero dei Cantoni».Con quali aree europee si confronterà la Macroregione del Nord?«Siamo un’area che guarda con molta attenzione alla Mitteleuropa, alla Baviera, a tutti quei territori che ci sono vicini, amici e simili per indicatori sociali, economici e culturali».Intanto la politica nazionale è al palo...«Roma rischia di diventare una città di fantasmi, come quelle città del Far West dei film, dove arriva il cowboy che difende i deboli dai soprusi dei forti e trova tutto disabitato; però quel cowboy sa che, dentro quei palazzi, i cattivi sono ancora lì. Quindi bisogna continuare a tenere alta la guardia. La terza repubblica ha rieditato la prima: questo è il dato politico».Ritiene fondata l’ipotesi di un governo pro tempore per riscrivere la legge elettorale e tornare alle urne dopo l’estate?«Quando si va a chiedere il consenso ai cittadini e questi te lo danno per fare, non si fa un governo balneare ma si governa, punto e basta».Quale ruolo avrà il Movimento 5 stelle?«Grillo non andrà mai al governo, perché qualora fosse costretto a farlo dovrebbe, da un lato, confrontarsi con un modello democratico che lo obbligherebbe a fare accordi con qualcuno, dall’altro dovrebbe passare dai proclami alla realtà. Trovo dappertutto disoccupati convinti che l’assegno di cittadinanza sia già una realtà, il che è tutto dire. Anche nel M5s ci sono tante persone perbene, ma penso che la loro qualità di persone perbene sarà messa a dura prova in questo passaggio dalla protesta alla proposta».Per qualcuno i grillini saranno un fuoco di paglia. Ma dicevano lo stesso della Lega vent’anni fa...«Una cosa è certa: ogni fenomeno della piazza non è transitorio, ma è lo specchio di una politica che non ha risolto i problemi. Il parallelismo con la Lega è vero fino a un certo punto, perché la Lega è nata e si pone come partito del territorio, mentre quello di Grillo è nazionale».Maroni ha annunciato la convocazione di un congresso per eleggere il nuovo segretario federale del Carroccio. Si candiderà?«Non ci penso nemmeno».dalla "Padania" del 6.3.13