Un po' di noi...

Profughi, l’ira del sindaco Pd: «Altre braccia alla criminalità»


Achille Variati, primo cittadino di Vicenza: «Nessuno mi ha informato. E non volevamo ospitarli, perché il meccanismo non va bene. E io non ci sto più»di A. A.Contro i diktat del governo sui profughi, alzano la voce anche i sindaci di centrosinistra. Il caso più clamoroso è quello di Vicenza: il primo cittadino Achille Variati non ha nascosto la propria irritazione per il modo con il quale è stata gestita l’ultima emergenza profughi (leggasi clandestini). Ovvero, scavalcando la volontà degli Enti locali, anche di quelli che si erano detti contrari ad accogliere altri immigrati. Senza contare le conseguenze per i cittadini che, oltre a pagare di tasca loro l’accoglienza di alcuni profughi (come quelli alloggiati negli alberghi), andranno incontro ad un’altra, prevedibile ondata di crimini e reati ad opera degli ultimi arrivati.Le parole spese da Variati sembrano le stesse dei tanti sindaci leghisti che si sono detti contrari all’arrivo, sul proprio territorio, di altre decine di disperati dai quattro angoli del mondo. Sentite qua: «Non ne sapevo nulla, non ho ricevuto alcuna comunicazione - sbotta il sindaco di Vicenza al Corriere del Veneto -. Noi eravamo fra quelli che non erano d’accordo ad ospitarli. Non per mancanza di cuore, ma perché è il meccanismo che non va». Proprio quello che sostengono i suoi colleghi del Carroccio.«Sono le modalità di oggi - insiste Variati, che è del Pd e guida una Giunta di centrosinistra - che lo testimoniano, come lo hanno testimoniato i fatti di qualche anno fa. Questi arrivano, non sai se siano clandestini, a quali procedure di verifica siano stati sottoposti. Poi si disperdono nel territorio, senza lavoro, senza documenti. Io non voglio fornire nuove braccia alla criminalità urbana. Mi dispiace, questo è un modo sbagliato di agire da parte dello Stato. Io non sono disponibile».Parole pesanti, accuse precise, destinate a scavare un solco tra l’Amministrazione cittadina e il governo centrale, di cui pure il Pd fa parte. A cominciare dal suo capo, Matteo Renzi. Ma, in fondo, a Vicenza è andata meglio che ad altri Comuni: nel capoluogo sono state destinate dal ministero dell’Interno non più di tre profughi, alloggiati in una cooperativa della periferia.Meno di quelli arrivati per esempio a Schio, una decina, e ospitati dalla rete “Il mondo nella città” convenzionata con il ministero per dare accoglienza ai richiedenti asilo. Ma anche in questo caso il sindaco, Luigi Dalla Via, anche lui del Pd, lamenta come sia stato avvisato dalla prefettura anche se «avevamo già detto che a livello comunale non avevamo posti a disposizione».Altri dieci profughi hanno trovato sistemazione a Bassano, in due appartamenti di una onlus, l’associazione “Casa a colori”, che da anni fornisce aiuta gli immigrati anche attraverso uno sportello ad essi riservato. Altri quattro extracomunitari sono finiti a Breganze, ospiti delle suore Orsoline.dalla Padania del 25.3.14