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Popolo del Nord a Verona: «In GALERA i delinquenti, non chi chiede LIBERTÀ»


In migliaia per esprimere solidarietà ai secessionisti arrestati. Salvini: il 25 festeggeremo la nostra liberazionedi Andrea AccorsiLiberi subito. Lo invoca Salvini dal palco, lo ripetono gli altri intervenuti in piazza dei Signori, lo gridano con il cuore e con la rabbia dei giusti le migliaia di partecipanti alla manifestazione di domenica a Verona, che qualche organo di stampa vorrebbe contenere in un migliaio appena.Dopo gli arresti che mercoledì scorso hanno portato in carcere 24 secessionisti veneti, la Lega ha promosso in quattro e quattr’otto una protesta popolare nel cuore del capoluogo scaligero. La risposta del popolo padano è stata pronta, massiccia, concorde. E come sempre all’insegna della non violenza: molti fra quanti hanno scelto di venire a trascorrere qui una bella domenica di primavera lo hanno fatto all’insegna dell’ironia. Alcuni hanno preso a spunto il “tanko”, la ruspa blindata degli indipendentisti, per sfilare con modellini o carriole travestite da carro armato, invitando provocatoriamente i magistrati ad arrestarli. Un gruppo di piacentini si è presentato munito di un arsenale di... fucili ad acqua, che hanno sventolato nel corso del corteo: «Un chiaro riferimento all’inconsistenza delle accuse mosse agli indipendentisti della Serenissima, a cui va tutta la nostra solidarietà», spiega il Segretario provinciale leghista, Pietro Pisani. Molti i cartelli che invitavano a liberare gli arrestati.Ben altro atteggiamento hanno mostrato una ventina di attivisti dei centri (a)sociali muniti di bandiere No-Tav, che hanno tentato di fare irruzione nella piazza. Sono stati bloccati dall’intervento degli agenti di polizia schierati in assetto antisommossa.Urla e fischi si sono levati dalla piazza all’indirizzo delle bandiere italiana ed europea esposte alle spalle del palco dei relatori sul palazzo della Prefettura. Tra i due vessilli, un’asta lasciata senza stendardo: fino alla mattina vi sventolava la bandiera del Veneto con il Leone di San Marco. Il malumore dei manifestanti è stato riassunto dal Governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha esclamato: «Chi si vergogna di esporre la bandiera del Veneto non ha diritto di rimanere in Veneto. È grave che non sia stata esposta, anzi, che sia stata ritirata la bandiera del Veneto - ha aggiunto Zaia - e non finirà qui».Nel corso del suo intervento, Matteo Salvini ha chiamato sul palco i familiari di alcuni dei secessionisti detenuti, compreso un gruppo di bambini: «Pericolosissimi futuri indipendentisti, figli di federalisti e autonomisti», ha ironizzato. Poi ha spiegato i motivi della protesta: «Siamo qui a chiedere la libertà di pensiero e di parola, per loro, le loro mamme e i loro papà. La libertà non si processa e non si mette in galera. Le galere sono fatte per i delinquenti e per i mafiosi, non per i padri e le madri di famiglia. Gli investigatori non hanno trovato nemmeno una fionda e sfido chiunque a chiamare carro armato quella ruspa spara supposte. La scelta della Lega - ha rimarcato - è una scelta non violenta. Contrariamente a quanti la vorrebbero sotto terra, noi vogliamo seppellire la Fornero sotto 500 mila firme».Salvini ha dato l’appuntamento per il 25 aprile: «È la festa della liberazione nazionale, però è anche la festa di San Marco. E noi vedremo di essere nelle piazze di ogni comune e valle del Veneto. È giusto ricordare la storia, ma noi siamo qua per guardare avanti, pacificamente. Sarà la festa della nostra liberazione, vogliamo discutere di politica senza galera in mezzo. Questa è un’indagine sbagliata con milioni di euro spesi per trovare una ruspa. Faccio un appello a tutti gli indipendentisti dal Salento, alla Lombardia, al Veneto. Se non libereranno subito queste 24 persone, andremo noi in quelle galere e le libereremo affinché quelle 24 persone possano tornare a lavorare. Questo non è un ultimatum - ha aggiunto - ma o tornano a casa entro questa settimana, o ci troveremo di fronte a quelle prefetture che mettono dentro gli indipendentisti e non i pedofili, stupratori e assassini».Il Segretario federale ha quindi lanciato una sfida al premier Matteo Renzi. «Visto che vuole riformare la Costituzione, ci metta anche il diritto di resistenza, bocciato dai costituenti 70 anni fa. Era l’articolo tre ed erano due righe, che dicevano che la resistenza individuale e collettiva di fronte agli atti della pubblica amministrazione contrari ai diritti della Costituzione non solo è un diritto ma è un dovere del cittadino».Quanto all’inchiesta della Procura di Brescia, «forse l’arresto lo hanno fatto per farci saltare i nervi, ma ci hanno fatto un regalo: ci hanno ricordato che siamo una comunità, che non ci sono gli orticelli. Parlo di Piemonte, Lombardia, Veneto e delle bravissime persone del Sud che sono tiranneggiate per avere dei voti. L’ultimo applauso - ha concluso Salvini dal palco -fatelo arrivare in quelle galere dove ci sono uomini e donne liberi che magari in questo momento condividono un pasto forse con uno spacciatore marocchino. Torneranno a essere uomini e donne libere: questo è il nostro impegno».Presente a Verona anche Umberto Bossi. «Roma non mantiene mai le promesse, quindi questa è la normale reazione - ha detto il Senatur -. Quelli che sono a Roma vanno arrestati. Il Parlamento ha messo in un cassetto il Federalismo fiscale ed è forse anche per questo che la magistratura ha paura della valanga messa in moto dai popoli padani. Popoli risvegliati negli ultimi giorni dal Veneto. Spaventati da questa libertà, ora i politici mandano avanti i magistrati ma il Veneto, come il Piemonte e la Lombardia, non sceglierà la schiavitù. C’è un solo valore - ha sottolineato Bossi - che conta di più della gestione politica e amministrativa. È la libertà. La canaglia romana non riuscirà a tenere schiavi i popoli».Per Luca Zaia l’indipendenza del Veneto «non è il fatto di un partito, ma un fatto del popolo, che ci chiede l’indipendenza. Spero che il Consiglio regionale voti presto la legge per il referendum ufficiale in tutto il Veneto. Io voto sì. Noi siamo per la via della legalità, del confronto giuridico. Molti - ha proseguito il Governatore del veneto - ci chiedono quali sono i problemi: sono quelli di una periferia dell’impero che ne ha piene le palle di Roma, i problemi di gente pacifica che sa cos’è il rispetto della legge e sa cos’è il sacrificio. Da Roma arriva l’insegnamento che se alzi la testa vai in galera. È l’ora di mettere assieme tutti i nostri movimenti e fare una grande manifestazione. Non possiamo chiedere al Veneto di tirare ancora la cinghia, perché non ci sono più buchi sulla cinghia e non possiamo dimenticare i 70 imprenditori che si sono uccisi nelle loro aziende».Roberto Cota, Governatore del Piemonte e segretario della Lega Nord Piemont, ha detto: «Siamo tutti con il popolo del Veneto e per la sua libertà. Oggi la Lega ha organizzato una grande manifestazione».Assente a Verona, Roberto Maroni ha detto ieri di essere d’accordo con Salvini sulla richiesta di scarcerazione immediata dei 24 indipendentisti. «Condivido al cento per cento quello che ha detto Salvini - ha affermato il Governatore lombardo. L’iniziativa giudiziaria mi pare veramente spropositata. Bisogna porre rimedio rimettendo in libertà persone che non possono essere arrestate per le loro idee».dalla "Padania" dell'8.4.14