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PADOVA SICURA la scommessa di Massimo Bitonci


Il candidato sindaco della Lega: «Telecamere e vigili di quartiere per ripulire la città. E poi turismo, giù l’Irpef e nessun nuovo ospedale»di Andrea AccorsiSenatore Bitonci, qual è l’eredità che lascia a Padova la Giunta Zanonato?«Un’eredità pesantissima dal punto di vista della sicurezza - risponde Massimo Bitonci, “anima” del Carroccio padovano e candidato sindaco del capoluogo sostenuto anche da Fi, Fratelli d’Italia-An e liste civiche di centrodestra -. Il degrado nei quartieri, ma anche nel centro storico, è evidente. Al punto che il tema principale della campagna elettorale non è la crisi economica o la disoccupazione, ma è diventato proprio la sicurezza. Spaccio, prostituzione, furti, scippi sono all’ordine del giorno. Una città di poco più di 200 mila abitanti si ritrova alla stregua di grandi agglomerati urbani, dove questi problemi sono estremamente pesanti».Che cosa prevede di fare in materia di sicurezza?«Abbiamo preparato un programma molto dettagliato, con una serie di ordinanze e di modifiche al regolamento di Polizia municipale: stop all’accattonaggio; divieto di campeggio, per evitare i campi nomadi, oggi presenti in più punti della città; un piano articolato di illuminazione e di telecamere collegate con la centrale operativa della Polizia municipale, in collaborazione con carabinieri e polizia; armare la Polizia municipale; il vigile di quartiere, per riportare la Polizia municipale a camminare per i quartieri compiendo servizi specifici, anche con l’utilizzo di biciclette e di cani».Quali sono gli altri punti qualificanti del suo programma?«Un recente studio del Sole 24 Ore colloca Padova fra le città più tartassate d’Italia. L’addizionale comunale sull’Irpef allo 0,8 per mille pesa per ben 280 euro a testa. Una delle nostre proposte è diminuire subito l’aliquota. Poi c’è il turismo, da rilanciare. Sulle opere pubbliche abbiamo elaborato negli anni un programma di venti pagine molto dettagliato per i vari settori. A cominciare dalla ristrutturazione e l’ampliamento dell’attuale ospedale, utilizzando risorse già messe a disposizione dalla Regione, anziché costruirne uno nuovo. Penso che il project financig che stava portando avanti l’attuale Amministrazione, con l’indebitamento che comporta, sia un grave errore. L’attuale sede può essere recuperata e ampliata: una proposta che, se all’inizio ha fatto storcere il naso a qualcuno, sta prendendo piede, tanto che i padovani dicono che è la migliore».Il centrodestra si presenta al voto diviso, dal momento che l’Ncd candida Maurizio Saia. Che cosa comporterà questo sul piano politico?«È chiaro che i padovani devono individuare nel sottoscritto il vero candidato del centrodestra. Quello al candidato sostenuto da Ncd, Udc e altre liste minori è un voto non utile al cambiamento della città, anche se nei programmi ci sono punti simili. L’atteggiamento dell’Ncd padovano, in particolare, è volto più a creare problemi a Forza Italia che a essere propositivo: la sua sa di una candidatura per rompere, non per aiutare. Tanto che, secondo voci di corridoio, qualcuno di loro avrebbe dichiarato che al secondo turno appoggerebbe il centrosinistra: secondo me è una pazzia».Quale consenso ritiene possa ricavare la Lega oggi a Padova?«La Lega non è mai stata molto forte nei centri urbani, mentre lo è molto di più nei comuni più piccoli. Anche a Padova partiamo da un dato non eccezionale, ma i sondaggi ci danno in forte crescita. Anche il fatto che il candidato sindaco del centrodestra è della Lega darà una mano alla lista del Carroccio, come a quella di appoggio per Bitonci sindaco».Come sta andando la campagna elettorale?«Molto bene. Abbiamo scelto una formula diversa dal solito, con meno sale pubbliche e più serate nei bar, molto partecipate, e mattine nei mercati, dove si avvicina moltissima gente. Il riscontro c’è stato e le percezioni sono buone».Quale ritiene sia l’avversario più temibile nella corsa a Palazzo Moroni?«Il prosindaco uscente (Ivo Rossi, che ha sostituito Zanonato quando questi è diventato ministro del governo Letta, nda), che non è stato eletto, ma è da aspettarsi sia l’avversario da battere. Noi puntiamo alla vittoria al primo turno, ma ritengo probabile un ballottaggio tra noi e il centrosinistra, che è comunque spaccato in più tronconi».Salvini ha detto che fare il sindaco della propria città è la cosa più bella cui un politico possa ambire. Condivide?«È sicuramente la più importante. Quello del sindaco, insieme con gli assessori e i consiglieri comunali, è rimasto l’unico ruolo politico che mantiene un rapporto diretto con i cittadini. Sono dell’idea che il nostro Movimento deve puntare molto sugli amministratori locali: per noi è un grande valore aggiunto averne tanti, e ci ha fatto tenere duro anche in momenti di grande difficoltà politica. Io stesso ho fatto il sindaco per tanti anni (a Cittadella, nda), molti altri tengono su il nome della Lega nel territorio. Auguro a me e anche a Matteo Salvini di diventare sindaci delle nostre città».dalla Padania del 19.4.14