Un po' di noi...

OGGI in Cassazione le firme della LEGA per i 5 REFERENDUM


Partita in serata da Milano la carovana di furgoni carichi di oltre 500 scatoloni con i moduli sottoscritti dai cittadini in Comuni e gazebodi Andrea AccorsiMesi di lavoro oscuro, nel chiuso delle stanze di via Bellerio, e alla luce del sole, ai banchetti e sotto i gazebo allestiti nelle piazze di tutte le città. L’organizzazione, la promozione e la raccolta delle firme per i referendum promossi dalla Lega si sono concluse. Con un doppio successo: la risposta massiccia dei cittadini, che hanno sottoscritto i quesiti referendari da Nord a Sud, e il raggiungimento del quorum richiesto, ben 500 mila firme, a partire dal referendum per abolire l’odiatissima Legge Fornero. Dopo mesi di impegno e di sacrifici dei militanti, ieri sera i moduli compilati da quanti hanno sposato le cinque battaglie promosse dal Carroccio - oltre all’abolizione della Fornero, quelle contro la Legge Merlin, la Legge Mancino, le prefetture e i concorsi pubblici aperti agli extracomunitari - hanno lasciato via Bellerio, direzione Roma, dove oggi saranno depositati in Cassazione. Per contenere tutte le firme sono serviti più di 500 scatoloni, caricati su quattro furgoni scesi nella capitale in carovana, “scortati” da alcune auto. La Suprema Corte avrà ora tempo fino a novembre per validare i moduli e promuovere così il voto popolare sui cinque argomenti, che dovrebbe tenersi la prossima primavera.«Tutto è cominciato ben prima della fine di marzo, coincisa con la prima “gazebata” per la raccolta delle firme - ricorda Eugenio Zoffili, responsabile federale della campagna referendaria -. C’è stata innanzitutto la stesura dei quesiti, la preparazione del materiale di propaganda con loghi, manifesti e volantini, poi la spedizione dei moduli in 8 mila Comuni e l’organizzazione delle migliaia di gazebo allestiti a più riprese sul territorio». A questo lavoro, già enorme, si è aggiunto in parallelo quello di “smistamento” e di verifica della validità dei moduli. Un’opera certosina, che ha richiesto molto tempo e pazienza, e che ha registrato qualche intoppo laddove mancava un timbro, una data o l’estremo di un documento. Ma alla fine, raggiunto il traguardo, Zoffili tiene a ringraziare chi ha reso possibile il successo.«Innanzitutto i cittadini, che sono venuti a firmare da Nord a Sud, ai gazebo e nei Comuni. E poi tutti i nostri militanti che in questi mesi hanno fatto la campagna referendaria alzandosi alle 6, andando nelle piazze all’inizio al freddo, poi sotto la pioggia e infine con 35 gradi. Ci hanno messo la passione, il cuore, la determinazione senza mai mollare». Un’ultima annotazione Zoffili la riserva al contenuto dei cinque referendum “promossi” dalla gente. «Altri parlano e basta, noi permettiamo ai cittadini di andare alle urne per decidere in merito a problemi concreti. Le nostre proposte hanno colpito giovani e anziani, esprimendo una posizione chiara e coraggiosa anche su temi delicati come la prostituzione».Il successo della campagna referendaria promossa dal Carroccio è nei numeri, oltre che nella validità delle proposte presentate. A cominciare dalle 550 mila firme raccolte per abolire la legge Fornero su pensioni e lavoro, passando alle 15 mila telefonate ricevute dal centralino dedicato ai referendum. Per non parlare delle migliaia di gazebo messi in campo e delle decine di militanti coinvolti nelle ultime tre settimane in via Bellerio per vagliare, catalogare e confezionare i moduli con le sottoscrizioni.«Andiamo a Roma a far piangere la Fornero - esulta Tiziano, detto “Striscia”, ventiduenne della Valtellina che guidava uno dei furgoni -. Su ogni modulo andava riportato, a fianco di ciascuna sottoscrizione, il numero di iscrizione della persona nelle liste elettorali del Comune». Un lavoraccio. Come lo è stato contattare uno per uno tutti i Comuni che non hanno provveduto a rispedire i moduli. «Generalmente l’hanno fatto - rileva Alice, vice segreteria della sezione di Bovisio Masciago (Milano) - Alcuni Comuni hanno rispedito anche un solo modulo, o una sola firma». «Ho passato due settimane a dividere i moduli di gazebo e Comuni e per ciascun referendum - interviene Camilla, della stessa sezione -. Un lavoro lungo e certosino, soprattutto per la mole di moduli. L’impiegato di un Comune ha telefonato per dirci: mi raccomando, andate avanti, ci tengo...».Due stanzoni pieni all’inverosimile di scatoloni vuoti è la traccia lasciata in via Bellerio dal “ciclone” referendario. Sei referendum non sono uno scherzo. Come non lo sono tre milioni di firme da raccogliere e 8 mila Comuni ai quali inviare, e dai quali talvolta ritirare, i moduli. «Questo ed altro pur di stroncare la Fornero» dicono in molti. Marco Marcalini, ex stampatore di Meda (Monza e Brianza), ha una ragione in più. «Dopo quarant’anni di lavoro, grazie alla riforma Fornero sono in una specie di limbo. Non so se sono un esodato o cos’altro, sta di fatto che dovrò restare ancora in mobilità almeno un anno prima di andare in pensione. Nonostante tutto - tiene a sottolineare - l’obiettivo è stato centrato, grazie ai gazebo che hanno attirato l’interesse dei cittadini anche in un paese dormitorio come il mio, e grazie all’impegno di tanti militanti, fra i quali tengo a ringraziare Luca Santambrogio».Ora la “palla” passa alla Cassazione. Rimane ancora aperta, invece, la raccolta firme per il sesto referendum, volto a reintrodurre il reato di clandestinità e promosso dalla Lega in una seconda fase.dalla "Padania" del 25.6.14