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I PM spostano il mirino sui viaggi dell’EXPO Tour. Maroni: controllino pure


La Procura di Busto Arsizio dispone nuovi accertamenti su trasferte «in stile prima Repubblica». La replica: numeri e costi mai così bassidi Andrea AccorsiNuove indagini della Procura di Busto Arsizio sulla Regione Lombardia. Nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati per induzione indebita il Governatore Roberto Maroni e il capo della sua segreteria, Giacomo Ciriello, a causa di presunte pressioni per far ottenere contratti di collaborazione a due professioniste, sono in corso accertamenti anche su alcuni viaggi del “World Expo Tour”, le missioni internazionali organizzate dalla Regione per promuovere l’Esposizione universale.In particolare, l’attenzione degli inquirenti si starebbe concentrando sulle spese per un viaggio a Tokyo del giugno scorso, al quale ha partecipato il vicepresidente della Regione, Mario Mantovani. Nello stesso periodo Maroni si trovava a Berna, in Svizzera, per un’altra tappa della stessa iniziativa. Quello nella capitale giapponese è stato definito da fonti vicine alle indagini un «viaggio in stile Prima Repubblica».In seguito agli accertamenti potrebbe dunque aprirsi un altro filone nell’inchiesta coordinata dai pm Eugenio Fusco e Pasquale Addesso sulle presunte pressioni per far ottenere contratti di collaborazione a Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, che lavoravano per Maroni quando era ministro. La Paturzo, in particolare, ha ottenuto un contratto di collaborazione con Expo 2015 da 5 mila euro al mese anche con il compito di seguire eventi come il World Expo Tour e il tour nelle province lombarde per promuovere l’Esposizione universale.Da ieri sono in corso nella Procura di Busto audizioni di funzionari della Regione Lombardia e di Expo 2015, convocati come testimoni nell’ambito dell’inchiesta. A quanto si apprende, le audizioni dei magistrati, che ieri hanno ascoltato cinque testimoni, si starebbero concentrando proprio sui viaggi del World Expo Tour. Fra gli altri, è stata ascoltata la segretaria del giornalista Roberto Arditti, direttore comunicazione e relazioni esterne di Expo 2015.I pm restano intenzionati ad ascoltare il presidente della Regione Lombardia, ma nei suoi confronti non è stato ancora emesso un invito a comparire. Lo stesso Maroni ieri è intervenuto più volte su twitter per riaffermare la correttezza del proprio operato.In particolare, la missione istituzionale della regione Lombardia a Tokyo, sottolinea il Governatore, «era di sole quattro persone, costo totale 25 mila euro: numeri e costi inferiori a qualunque altra missione». Più in generale, «da quando ci sono io la Lombardia ha ridotto oneri di gestione e costi di missioni istituzionali. Controllate pure»: quasi una sfida ai magistrati che sembrano intenti a passare sotto la lente ogni dettaglio di spesa e ogni contratto di ambito regionale.Dalla Regione è pervenuta una nota ufficiale sugli ultimi accertamenti in ordine di tempo disposti dalla magistratura. «La delegazione di Regione Lombardia - si legge nella nota - era composta solo da quattro persone ed ha avuto un costo totale (tutto compreso) inferiore a 25 mila euro: numero di partecipanti e costi infinitamente inferiori a qualunque altra missione svoltasi durante la cosiddetta Prima Repubblica e anche negli anni più recenti. La missione è stata coordinata dal ministero degli Esteri nell’ambito delle iniziative promosse per la festa della Repubblica del 2 giugno. Tale iniziativa - conclude la nota - ha previsto missioni analoghe in altri Paesi esteri, ad esempio quella del sindaco di Milano Giuliano Pisapia a Dubai, quella del commissario Expo Giuseppe Sala a Tel Aviv, quella della presidente di Padiglione Italia Diana Bracco a Madrid e quelle di ministri e sottosegretari in decine di ambasciate italiane nel mondo».Stefano Bruno Galli, a capo del gruppo consiliare Maroni Presidente, se la prende invece con le opposizioni che, rileva, «come sempre non perdono l’occasione per gettare fango sul governo di Regione Lombardia in modo strumentale e demagogico, cercando di screditare chi lavora bene nell’interesse esclusivo del grande popolo lombardo. È bene chiarire una cosa: i contribuenti non stanno sostenendo nessun costo occulto per Expo 2015 e nessuna missione rievoca neppure lontanamente i fasti della Prima Repubblica. Al contrario di quello che avviene a 600 chilometri da qui, ovvero a Roma, dove si fa un uso disinvolto del pubblico denaro, a cominciare da quello speso per le missioni istituzionali».dalla "Padania" del 18.7.14