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GIALLO SULLE ALPI Trovata cadavere l’avvocatessa scomparsa


Due mesi fa è partita da Milano per l’Alto Adige, poi è sparita. Il suo corpo senza la testa era in un dirupo in Svizzera. Ma i colleghi non credono all’incidentedi Andrea AccorsiUn matrimonio sfumato. Una partenza che ha tutta l’apparenza di una fuga senza ritorno. Poi la scomparsa, durata quasi due mesi, prima di essere trovata cadavere in una zona sperduta delle Alpi svizzere. E i colleghi che non si arrendono alla spiegazione ufficiale dell’incidente, ma sospettano che la donna sia stata uccisa.È un giallo in piena regola la fine di Cosima Corinne Schütterle (nella foto), 47 anni, avvocatessa italo-tedesca scomparsa lo scorso 11 giugno e il cui corpo è stato trovato venerdì ai piedi di un crepaccio nella zona del Bernina. La donna, nata in Germania, lavorava da anni a Milano in uno studio legale in corso Plebisciti specializzato in diritto internazionale. Nel Belpaese aveva conosciuto anche quello che sarebbe dovuto diventare l’uomo della sua vita, un tassista di nome Maurizio. Ma le nozze, fissate per lo scorso aprile, erano saltate e i due si erano poi lasciati.Forse anche in seguito a questa delusione, Cosima aveva deciso di andarsene da Milano. All’anziana madre, che vive in Germania, aveva detto che si sarebbe concessa una breve vacanza in Alto Adige. La sera del 10 giugno ha preso una stanza in un albergo della Val Venosta, l’Edelweiss, a Resia, frazione del comune di Curon. Aveva con sé molte valigie, troppe per una semplice vacanza.In effetti, la destinazione finale del viaggio della Schütterle avrebbe dovuto essere Berlino, dove intendeva partecipare ad un convegno. Ma in una e-mail spedita al titolare dello studio legale, l’avvocatessa aveva spiegato che non sarebbe più tornata in Italia.Il giorno dopo l’arrivo a Resia, la donna ha lasciato l’albergo alla guida della sua auto, una Toyota Auris, portando con sé i suoi cagnolini, due West Highland White Terrier. È probabile che volesse fare una escursione. Trascorsa la giornata senza vederla rientrare, l’albergatore ha dato l’allarme.Le ricerche, condotte da carabinieri, vigili del fuoco e uomini del soccorso alpino insieme ai colleghi austriaci e svizzeri, non hanno dato alcun esito fino a qualche giorno fa, quando l’auto è stata trovata fra i monti del Bernina, in territorio elvetico. Le ricerche si sono così concentrate nei dintorni. A trovare quello che quasi certamente è il corpo senza vita della Schütterle - la conferma la si avrà solo dopo gli esami del Dna - è stato un pastore. Quello che restava di Corinna era in fondo a un dirupo, lontano dai sentieri.Il corpo era ridotto a uno scheletro ed era privo del cranio, che è stato trovato quasi ad un chilometro di distanza. È possibile che sia stato portato lì da un animale selvatico. Vicino al corpo della donna, che aveva una gamba fratturata, c’era anche quello di uno dei due cani.Gli investigatori svizzeri propendono per un incidente. Secondo la loro ricostruzione, la donna sarebbe caduta accidentalmente, finendo nel crepaccio e rompendosi una tibia. Rimasta bloccata, in una zona isolata e senza la possibilità di chiamare aiuto - aveva lasciato il cellulare in albergo - è andata incontro a una fine terribile, in preda al dolore e agli stenti. Ma sulla fine della professionista non vengono escluse altre ipotesi.Nella stanza all’Edelweiss sono stati trovati portafoglio, documenti, vestiti e cellulare ma non la carta sim, che Cosima aveva preso con sé. Un dettaglio che non trova spiegazione. Come il fatto che la donna si sia allontanata così tanto da Resia: l’auto era a cento chilometri dall’albergo. E per nulla convinti della tesi dell’incidente si dicono i colleghi dell’avvocatessa, che sollecitano ulteriori indagini.dalla "Padania" del 3.8.14