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TAGLIARE le partecipate? Meglio prima distinguere tra virtuose e CARROZZONI


L'assessore lombardo Garavaglia: giustissima la strada intrapresa dal governo, ma guai a eliminare le aziende del Nord che funzionano bene e producono utilidi Andrea AccorsiAttenti a non fare di ogni erba un fascio. Perché se proprio vuole tagliare sulle municipalizzate, è bene che il governo lo faccia con la lente in mano, distinguendo tra aziende virtuose e inutili carrozzoni. È di questo avviso Massimo Garavaglia, assessore all’Economia della Regione Lombardia, dopo la presentazione del rapporto sulle partecipate locali del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli.Assessore Garavaglia, è d’accordo con la strada intrapresa da Cottarelli per risparmiare soldi pubblici tagliando le cosiddette municipalizzate?«La strada è giustissima. Più volte, quando eravamo al governo, abbiamo tentato di percorrerla in maniera razionale, cioè ad esempio imponendo il divieto del ripiano delle perdite. Tradotto: se un’azienda partecipata è un carrozzone, a un certo punto i soci pubblici, come Comuni e Province, devono intervenire per ripianare le perdite. Se non possono farlo, si portano i libri in tribunale e morta lì».E che fine ha fatto questa norma?«Purtroppo è stata elusa per tanti anni, e quindi non applicata fino in fondo. Sarebbe stata una soluzione semplice ad un problema complesso. Il governo ora torna alla carica, vedremo in che modo».Ecco: in che modo dovrebbe farlo?«Distinguendo tra chi è efficiente e chi non lo è. In una società, farlo è semplice: se produce utili, è efficiente e non ha senso chiuderla. Mentre chi è strutturalmente in perdita è un carrozzone: è evidente che lì c’è qualcosa che non quadra».Il quadro è uniforme in tutta la Penisola?«Nient’affatto. Le aziende municipalizzate al Nord sono normalmente in utile o, in settori difficili come i trasporti, arrivano sostanzialmente al pareggio. Al Centro-Sud sono quasi tutte strutturalmente in perdita, ed è lì che bisogna agire».Qual è il motivo di questa differenza?«Il personale. Al Centro-Sud la percentuale di personale delle partecipate sulla popolazione servita è superiore alla media, ed è questo il motivo che genera perdite strutturali. Quindi bisogna intervenire alla voce del personale».In che modo?«Seguendo una regola semplicissima: colpendo le società strutturalmente in perdita, si risolverebbero tutti i problemi. Ma temiamo che, come al solito, gli Enti pubblici del Centro-Sud che hanno usato le partecipate per eludere i vincoli che impedivano l’assunzione di personale si mettano di traverso. E che il governo faccia, al solito, norme che prevedono tagli lineari, colpendo indiscriminatamente aziende che funzionano, producono utili e forniscono servizi di qualità piuttosto che chiudere i carrozzoni che generano perdite e quindi consumano risorse pubbliche».Non c’è il rischio di togliere servizi essenziali quali acqua, energia, trasporti?«Se un’azienda sta sul mercato, pubblica o privata che sia, non cambia nulla: significa che produce utili ed eroga servizi a prezzi congrui. Se non sta sul mercato, semplicemente deve chiudere. Pubblico o privata che sia».dalla "Padania" dell'8.8.14