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L’IMMIGRAZIONE presenta il CONTO: 12 miliardi all’anno


Uno studio somma tutte le voci di spesa pubblica dalla sanità alla scuola, dai carcerati alle strutture di accoglienza. Il totale è impressionante. Ce lo possiamo permettere?di A. A.L’immigrazione selvaggia presenta il conto. Senza prendere in considerazione le conseguenze sul piano politico, sociale, culturale e religioso, un’analisi della Fondazione Leone Moressa, riportata dal Giornale, prende in esame il business legato all’afflusso costante e massiccio di immigrati extracomunitari nel Belpaese. Il conto finale è di 12 miliardi di euro all’anno di spesa pubblica destinata agli immigrati.Le voci più costose di questo bilancio da Bengodi sono quelle della sanità (3,6 miliardi) e della scuola (3,4). Altri contributi di welfare quali assegni familiari, pensioni e sostegni al reddito assommano a 1,6 miliardi. Mentre il conto al capitolo giustizia è pari a 1,75 miliardi: va tenuto presente che è straniera tra un terzo e la metà dell’intera popolazione carceraria, laddove gli stranieri rappresentano solo il 7,5 per cento delle persone che vivono nella Penisola.I dati del rapporto annuale della fondazione Moressa si riferiscono al 2011, quindi prima della sciagurata operazione Mare Nostrum e del gentile accompagnamento alle nostre coste offerto dalla Marina militare agli scafisti e ai loro barconi stracarichi di clandestini. Nel 2011, in piena Primavera araba e dunque con un notevole afflusso di immigrati via mare, ne sbarcarono 63 mila. Quest’anno siamo già vicini a quota centomila: è dunque lecito attendersi che il conto, alla fine di quest’anno, potrà essere pari al doppio rispetto a tre anni fa.Il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Osapp - citiamo sempre dal Giornale - stima che un carcerato costi alla collettività tanto quanto un deputato, ovvero 12 mila euro al mese. Facendo invece i conti in tasca agli immigrati che non sono ospiti delle patrie galere, si scopre che ciascuno di loro ci costa 2.400 euro al mese, cioè il doppio dello stipendio di un agente addetto ai controlli. Nel momento in cui l’immigrato viene registrato in un centro di accoglienza, infatti, riceve una “diaria” di 30 euro al giorno per le spese personali, pari a 900 euro al mese. Esentasse.Altri 30 euro al giorno vengono spesi per rimborsare le strutture che ospitano i “rifugiati” come bed&breakfast, strutture private e ostelli. Se a queste cifre si aggiunge un’assicurazione mensile di 600 euro, si arriva al citato totale i 2.400 al mese. E il periodo massimo di permanenza nei Cie per l’identificazione è di sei mesi: se un rifugiato ve lo trascorre interamente, mantenerlo costerà più di 14 mila euro.Sempre meno che rimpatriare un clandestino, operazione che, secondo uno studio del Tempo, fra tecnologie per l’identificazione, scorte, biglietti aerei e assistenza costa allo Stato intorno ai 25 mila euro. Poiché dal 2010 ad oggi sono stati rimandati a casa 41 mila extracomunitari, il conto è presto fatto: la spesa totale dei rimpatri supera il miliardo.A questa montagna di soldi bisogna ancora aggiungere i costi di Mare Nostrum, pari a 9 milioni di euro al mese più 1,5 milioni per il dispositivo di unità costiere già in azione, e quelli per il programma di contrasto all’immigrazione irregolare, già costato tra il 2005 e il 2012 1,7 miliardi.dalla "Padania" del 12.8.14