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ISIS, primi VOLI Usa e ARMI dall’Iran contro gli JIHADISTI


Nuovo massacro, stavolta di turcomanni. Bloomberg: «Stato islamico ricchissimo»di A. A.Gli Stati Uniti hanno iniziato i voli di ricognizione sulle aree della Siria in mano ai ribelli islamisti. Lo riporta l’emittente al-Jazeera, secondo la quale l’avvio dei voli di sorveglianza aeree potrebbe presto aprire la strada ai raid contro glgli jihadisti dello Stato Islamico (Is o Isis, o Isil).Una fonte ufficiale americana ha confermato l’avvio dei voli di ricognizione, mentre altre due fonti Usa, rimaste anonime perché non autorizzate a parlare con i media, hanno rivelato che il presidente Usa, Barack Obama, ha autorizzato queste operazioni.La corrispondente di al-Jazeera a Beirut ha spiegato che non è ancora chiaro se Washington ha concordato con le autorità siriane l’inizio dei voli di ricognizione. Secondo la giornalista, tuttavia, alcuni mediatori occidentali in segreto potrebbero già aver iniziato a discutere con Damasco come combattere l’Is.Sempre ieri l’aviazione del regime di Damasco ha compiuto decine di raid sulle postazioni dell’Is nella provincia nord-orientale di Deyr az Zor, secondo quanto riferisce l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. La provincia è quasi interamente sotto il controllo dell’Is e confina con le regioni in territorio iracheno anch’esse occupate dallo Stato islamico.Il ministro iraniano degli Interni, Abdolreza Rahmani Fazli, ha annunciato che il suo Paese ha recentemente aiutato i curdi iracheni a combattere contro glgli jihadisti dello Stato islamico. Lo riporta il sito di Press Tv, secondo il quale Rahmani Fazli ha spiegato che funzionari del governo regionale del Kurdistan iracheno hanno richiesto l’assistenza di Teheran, in particolare in termini di consulenza e organizzazione delle forze armate curde (peshmerga).Secondo il ministro, il contributo iraniano ha consentito il ritiro degli jihadisti da alcune province dell’Iraq dove si confrontano con i peshmerga. Il ministro ha quindi spiegato che la decisione di intervenire nella crisi irachena è stata presa perché Teheran teme che lo Stato islamico riesca a conquistare alcune città sante per gli sciiti, un’eventualità che nelle scorse settimane lo stesso presidente Hassan Rohani ha definito come una «linea rossa».La comunità internazionale sta sostenendo i peshmerga con la fornitura di armi e attrezzature militari. Secondo il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Masoud Barzani, il sostegno dell’Iran si è concretizzato anche nella fornitura di armi e munizioni alle forze curdo-irachene. «Abbiamo chiesto armi - ha detto Barzani - e l’Iran è stato il primo Paese a fornircele».Il rappresentante dell’Unicef in Iraq, Marzio Babille, ha denunciato che gli jihadisti dell’Isis hanno massacrato 700 civili appartenenti alla minoranza turcomanna sciita, fra cui «bambini, donne e vecchi». La strage è avvenuta nel villaggio di Beshir, nel nord dell’Iraq, tra l’11 e il 12 luglio. La denuncia arriva mentre si teme per la sorte di altre migliaia di turcomanni che gli jihadisti assediano da giugno nella città di Amerli. Come gli yazidi e i cristiani, i turcomanni sciiti sono fra le minoranze prese di mira dalle persecuzioni dell’Isis, che segue una dottrina fondamentalista sunnita.Secondo l’agenzia di analisi finanziaria Bloomberg, che cita fonti dell’intelligence e dell’antiterrorismo statunitense, il fatturato degli estremisti sunniti dell’Isis si aggirerebbe intorno ai 2 milioni di dollari al giorno, grazie a varie fonti di ricavo, fra cui il petrolio. L’agenzia sottolinea come ai ribelli non servano le donazioni esterne, potendo contare sui profitti generati dalla vendita del petrolio, dal pagamento dei riscatti, da estorsioni e contrabbando. «Lo Stato islamico è probabilmente il gruppo terroristico più ricco mai conosciuto» ha detto Matthew Levitt, esperto di terrorismo islamico che ha lavorato anche per il governo Usa.dalla Padania del 27.8.14