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Ocse: sale la disoccupazione Giovani, RECORD negativi in molti Paesi dell’Eurozona


I senza lavoro sono 44,8 milioni: 10,2 in più rispetto al 2008. G20: ripresa compromessa almeno fino al 2018di A. A.Il tasso di disoccupazione nell’area dell’Ocse è salito dal 7,3 per cento di giugno al 7,4% a luglio. Lo rende noto l’organizzazione internazionale con sede a Parigi.Nell’area dell’Ocse a luglio i disoccupati sono 44,8 milioni: 5,1 milioni in meno rispetto al picco di aprile 2010, ma sempre 10,2 milioni in più rispetto a luglio 2008. Nell’area dell’euro il tasso di disoccupazione è rimasto stabile all’11,5%. In Italia, rileva l’Ocse, il tasso di disoccupazione è cresciuto di 0,3 punti a 12,6%.Il tasso di disoccupazione giovanile nell’area dell’Ocse è stabile al 14,9%: 2,4 punti percentuali al di sotto del livello osservato nel picco di ottobre 2009, ma 1,9 punti in più rispetto al livello di luglio 2009. Il tasso di disoccupazione giovanile è «eccezionalmente elevato» in alcuni Paesi dell’area dell’euro: in Spagna è al 53,8%, in Grecia al 53,1% (a maggio), in Italia al 42,9%, in Portogallo al 35,5% e in Slovacchia al 31,7%.Nei Paesi del G20, l’ampia e persistente mancanza di posti di lavoro, sia in termini di quantità che di qualità, sta compromettendo la ripresa della crescita economica. È quanto sostiene il rapporto preparato da Ilo, Ocse e Banca mondiale per la riunione dei ministri del Lavoro che si terrà oggi e domani a Melbourne, in Australia.Nonostante qualche recente miglioramento, la lenta ripresa dalla crisi finanziaria dimostra che molte economie del G20 stanno ancora affrontando il problema della mancanza di posti di lavoro, che persisterà almeno fino al 2018.Con oltre 100 milioni di persone ancora disoccupate nei Paesi del G20 e 447 milioni di “lavoratori poveri” che vivono con meno di 2 dollari al giorno nelle economie emergenti del G20, la fragile performance del mercato del lavoro sta minacciando la ripresa economica in quanto frena sia i consumi che gli investimenti.Dal rapporto emerge che, nella maggior parte dei Paesi G20, la crescita dei salari è rimasta molto indietro rispetto alla crescita della produttività, mentre le disuguaglianze salariali e di reddito sono rimaste elevate se non addirittura aumentate. In molte economie avanzate del G20, i salari reali sono in stagnazione, o addirittura diminuiti.«Il lavoro è alla base della ripresa economica - afferma il rapporto -. I Paesi del G20 hanno bisogno di più posti di lavoro e di migliore qualità per avviare una crescita sostenuta e garantire il benessere delle loro società».dalla "Padania" del 10.9.14