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Scozia, caduto tabù sul REFERENDUM per l’indipendenza


Maroni: «Spiace per il risultato ma è stata affermata la strada da percorrere». Zaia: «Una delle pagine più belle della democrazia, ora tocca al Veneto»di A. A.Speravano in un altro risultato. Ma rimarcano la lezione di democrazia offerta e guardano già avanti, alle prossime tappe lungo il loro cammino per l’autonomia. Alla vigilia della Manifestazione federale di Cittadella, nella quale prenderanno la parola per ultimi prima di Matteo Salvini, Roberto Maroni e Luca Zaia tornano sul risultato del voto in Scozia per la sua indipendenza dalla Gran Bretagna.Il Governatore della Lombardia esprime il suo rammarico in quanto al risultato. Ma plaude al fatto che si sia affermato il principio di applicare lo strumento del referendum su un argomento di tale portata. «Spiace per il risultato - ha affermato Maroni ai microfoni di SkyTg24 - ma è stata affermata la strada del referendum. Plaudo a Cameron che ha consentito al popolo di esprimersi. È un tratto di civiltà europea che è applicata in Gran Bretagna ma non in altri Paesi, come in Italia o in Spagna».Per il Governatore del Veneto, il referendum di giovedì scorso in Scozia «è un passaggio epocale: ha fatto crollare il tabù del referendum, ha cambiato il modo di guardare all’indipendenza e all’autonomia. Chiedere di potersi esprimere adesso è normale. O meglio: così dovrebbe essere. Dato che in Italia questo legittimo diritto non è consentito - afferma Zaia in una intervista al Gazzettino -. Dopo la Scozia c’è il Veneto. Poi viene la Catalogna. Il Veneto va avanti per la sua strada ancora più motivato. Difenderò fino in fondo i due referendum»: il riferimento del Governatore è ai quesiti referendari approvati dal Consiglio regionali ma impugnati dal governo davanti alla Corte Costituzionale.«Faremo un percorso a tappe di avvicinamento - prosegue il Governatore veneto -, una road map talmente chiara e definitiva che per lo Stato il sentiero si stringerà ogni giorno di più. Sono un indipendentista pragmatico che vuol far le cose per bene». Su come andrebbe a finire se si votasse in Veneto, Zaia mostra prudenza: «Sono convinto che l’area del sì è maggioritaria, ma non dobbiamo dare nulla per scontato, va consolidata».Ancora Zaia osserva: «La democrazia inglese cozza contro la dittatura borbonica romana. Qui non si può chiedere ai veneti cosa ne pensano in merito all’indipendenza e all’autonomia». Quanto alla Scozia, «non ha perso. Ha sdoganato il concetto di referendum e di indipendenza. Si è scritta una delle pagine migliori della democrazia e non a caso si è svolta in Inghilterra e non Italia», ribadisce.dalla "Padania" del 21.9.14