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Dipendenti della CAMERA, arrivano i TAGLI (col trucco)


Via libera dall’Ufficio di presidenza alle riduzioni di stipendio. Caparini (Lega): «Ma con gli importi al netto dei contributi e con l’“indennità di funzione”, addio al tetto annunciato»di Andrea AccorsiVia libera dall’ufficio di presidenza della Camera ai tagli degli stipendi dei dipendenti (nella foto, stenografi alla Camera). Ma col trucco. Già, perché le retribuzioni (favolose), grazie all’“indennità di funzione”, ovvero a un premio supplementare pari fino al 10% della retribuzione netta, supereranno comunque il tetto annunciato di 240 mila euro. Che già non è poco.L’ufficio di presidenza di Montecitorio ha stabilito le riduzioni al trattamento economico, stabilendo dei tetti, con 13 voti a favore e 5 astenuti (i tre deputati M5S, quello di Scelta Civica e Davide Caparini della Lega Nord). «La maggioranza smentisce Renzi e non applica il tetto dei 240 mila euro per i super funzionari della Camera - lamenta Caparini -. Boldrini & company hanno interpretato l’importo al netto dei contributi e con l’aggiunta di una alquanto fantasiosa indennità di funzione che farà abbondantemente superare il limite voluto solo alcuni mesi fa dal governo».Per il deputato del Carroccio «mancano un progetto di riorganizzazione e razionalizzazione, nuove piante organiche più snelle e una missione di istituto chiara che consentirebbe, questa sì, ingenti risparmi».Per dare una idea del livello delle retribuzioni dei dipendenti del Parlamento (tecnici, segretari, stenografi, collaboratori vari...), in Francia solo uno di essi, su 800, supera i 200 mila euro di stipendio, da noi seicento. Eppure, nonostante l’adeguamento automatico dei salari da qui al 2019, quando dovranno rientrare nel tetto stabilito, il trattamento principesco di massa resterà, considerato che tale tetto è al netto dei contributi previdenziali e delle indennità di funzione, e che si aggiungerà in busta paga un incentivo di produttività per i dipendenti che abbiano superato il tetto retributivo.Ad esempio, un consigliere parlamentare, dopo trent’anni di servizio, riceve oggi una remunerazione di 318.654,96 euro più 56.247,97 di oneri previdenziali. Nel 2015, il taglio (che viene chiamato “contributo”) sarà appena di 12 mila più 5.593.79 euro. Quindi la retribuzione annua lorda sarà di 301.061,17 euro, alla quale vanno aggiunti gli oneri previdenziali (oltre 50 mila euro) e l’indennità di funzione, attualmente di 7.200 euro netti all’anno. Totale: più di 360 mila euro annui.Altro esempio. Un documentarista tecnico ragioniere, sempre dopo il 30° anno di servizio, può contare su uno stipendio di 212.077,67 euro più 37.412,91 di oneri previdenziali. Per tutto il 2015, il taglio sarà pari a 8.300 più 1.523,30 euro. La sua retribuzione annua lorda sarà di 202.254,37 euro, alla quale vanno aggiunti gli oneri previdenziali (più di 30 mia euro). Se questi vi paiono tagli...A Palazzo Madama, Roberto Calderoli propone di eguagliare il tetto dello stipendio dei funzionari allo stipendio dei senatori. Obiettivo: arrivare a una cifra massima pari alla metà di quanto si va invece profilando. Peccato che «mi hanno votato contro tutti, tranne il senatore leghista Volpi. La senatrice del M5s si è astenuta. Evviva la coerenza, non solo della maggioranza» sbotta Calderoli, che ha abbandonato la riunione dopo che era stata dichiarata inammissibile la proposta di innalzare di tre anni l’età pensionabile e bloccare le nomine apicali.dalla "Padania" dell'1.10.14