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«BASTA IMMIGRATI» Veneto, sindaci in rivolta contro le PREFETTURE


Nella Marca solo Treviso e Silea disponibili ad accogliere altri “profughi” a proprie spese. “Tutto esaurito” a Vicenza. Zaia: «L’avevamo detto, sto con chi dice no in modo civile»di Andrea AccorsiBasta profughi o sedicenti tali. I sindaci del Veneto si ribellano ai diktat delle Prefetture, alla caccia di spazi messi a disposizione dai Comuni per ospitare la marea di immigrati traghettati nella Penisola dall’operazione Mare Nostrum. E il Governatore Zaia constata con amarezza: «Tanto tuonò, e tanto i sordi di Roma e Bruxelles non sentirono, che piovve».Mercoledì a Treviso l’annuncio dell’arrivo di altri 19 “profughi”, seguiti a breve da un altro centinaio, ha scatenato la reazione dei sindaci della Marca, oltre che di alcune associazioni. Tranne Treviso e Silea, che si sono detti possibilisti, tutti gli altri Comuni hanno chiuso la porta ad altri immigrati da ospitare a loro spese. Davanti alla prefettura hanno inscenato una protesta i militanti della Life e del movimento dei forconi di Padernello di Paese, contrari al continuo esborso di soldi pubblici per l’accoglienza degli immigrati.Mentre il vertice in Prefettura a Treviso si risolveva in un buco nell’acqua, Vicenza lanciava l’allarme “tutto esaurito”, con 300 posti già utilizzati su un totale di 329 disponibili e con la prospettiva di almeno altri 20 arrivi a brevissimo.«È amaro constatare come le preoccupazioni di allarme sociale che vado esprimendo da tempo si stiano materializzando - commenta Luca Zaia -. Sto con i sindaci, gli unici che conoscono davvero le loro realtà territoriali e che si ribellano ai prefetti e allo Stato centrale. Sto con i Veneti che già hanno accolto in spirito di vera integrazione e solidarietà oltre 500 mila immigrati in regione, ma adesso non ce la fanno più. Sto con i migranti, che Mare Nostrum sta trattando come pacchi postali, come un problema da scaricare altrove al più presto. Sto con chi dice basta. Dico basta».Il Governatore della Regione Veneto consiglio quindi al governo ai suoi rappresentanti sul territorio «di non considerare come ostilità preconcetta la posizione dei sindaci che, con due sole eccezioni, una delle quali condizionata, hanno detto no ad altri arrivi. Sono loro che stanno tutti i giorni a contatto con la gente, loro che conoscono ogni centimetro quadrato dei territori che guidano, loro che stanno al fronte h24, loro che si ritrovano a dover sapere al bar del paese (è successo nel Veronese) che arrivano dei migranti. Se dicono no, è sicuramente un no ben motivato, che va tenuto nella massima considerazione, invece che minacciarli di lasciare i profughi per le strade».«A tutti comunque - conclude Zaia - chiedo raziocinio e senso civico. La protesta fa parte della democrazia, ma deve rimanere nell’alveo della legalità e del civismo. Valicare questi limiti equivarrebbe a vanificare l’ottenimento degli obiettivi comuni».dalla Padania del 10.10.14