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Da Mare Nostrum a Triton, continua L’INVASIONE


Cambiano i nomi delle operazioni, non la sostanza: la Ue spende una montagna di soldi in “interviste ai migranti” ma si guarda bene dal respingerlidi A. A.C’è, anzi c’era Mare Nostrum, visto che ha i giorni contati. L’operazione doveva essere rimpiazzata da Frontex Plus, ma questa ipotesi, annunciata in pompa magna dall’ineffabile ministro Alfano, è tramontata prima ancora di vedere la luce. Così, mentre proprio in questi giorni si sperimenta Mos Maiorum, Frontex affiderà la sorveglianza delle frontiere europee a Triton.In attesa di Ares, Mazinga e magari della Sirenetta, vediamo di fare un po’ di chiarezza nella politica adottata con questi termini fantasiosi per affrontare un problema tanto concreto quanto delicato. Specie in tempi di Isis e di Ebola, tanto per fare altri due nomi.Frontex è l’Agenzia europea fondata nel 2004 per la cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri della Ue. Fra le numerose operazioni promosse dall’Agenzia, dallo scorso 1° maggio c’è Hermes. Obiettivo: contrastare l’immigrazione irregolare verso le coste italiane da Tunisia, Libia e Algeria. Questa operazione si svolge in un’area ben definita del Mediterraneo centrale, con la partecipazione di “esperti in interviste ai migranti” di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Non basta: Grecia, Francia, Malta e Portogallo partecipano con due esperti, la Spagna con tre mentre Turchia e Moldavia, come “Paesi osservatori”, con un esperto ciascuna. Un esercito di funzionari, tutti a carico di Frontex. Quanto ai mezzi, Olanda, Portogallo e Islanda partecipano anche con un aereo per il pattugliamento.Per “fronteggiare” gli arrivi irregolari dal Sud Est europeo e vigilare sulle coste pugliesi e calabresi, dal 1° giugno al 30 settembre si è svolta Aeneas. Anche questa operazione ha schierato esperti di Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Lituania, Portogallo, Spagna (che fornisce anche un paio di aerei; Francia, Grecia e Polonia, un aereo ciascuno) e di due “Paesi osservatori” (Albania e Georgia). L’Italia ha fornito due elicotteri e due motovedette della Guardia di Finanza, più un gommone e una motovedetta della Capitaneria di Porto, nonché esperti in immigrazione della Polizia. Analoga operazione è stata organizzata sotto il nome Poseidon sul versante greco, con la partecipazione di una motovedetta della nostra Capitaneria dislocata a Chios.Da lunedì scorso e fino al 26 ottobre è in corso Mos Maiorum, che non rientra fra le operazioni congiunte gestite da Frontex. In sostanza, come ha spiegato ieri il direttore dell’Agenzia europea, lo spagnolo Gil Arias Fernandez, si tratta di una mera raccolta di dati, eseguita sotto la guida delle autorità italiane: «La polizia raccoglie informazioni relative agli arrivi, è solo una rilevazione a fini statistici». Niente a che vedere, dunque, con gli obiettivi di Mare Nostrum, operazione anch’essa varata su iniziativa del governo italiano (presidenza Letta) il 18 ottobre 2013 e volta a scongiurare il naufragio dei barconi carichi di clandestini, per condurli nel nostro Paese in tutta sicurezza.Inizialmente Mare Nostrum avrebbe dovuto essere sostituita da Frontex Plus, un programma della Ue volto a controllare le frontiere nel Mediterraneo, ma poi è stato deciso di rimpiazzarla con Triton: una operazione di sicurezza delle frontiere che inizierà l’1 novembre «indipendentemente da quello che succederà a Mare Nostrum», come ha precisato ancora Gil Arias Fernandez. Vi hanno aderito 26 Paesi e quindi, per il numero 1 di Frontex, «ha tutti i mezzi tecnici per far fronte alle necessità».Nessun respingimento di barconi, è stato precisato ieri: i migranti recuperati grazie a Triton «saranno portati in Italia, perché è lo Stato che ospita l’operazione». Insomma, cambiano i nomi ma non la sostanza: assicurare che l’invasione di clandestini continui.dalla "Padania" del 17.10.14