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Nozze gay, il sindaco Marino forza la mano ad ALFANO Altolà da Chiesa e prefetto


Il primo cittadino di Roma trascrive nel registro comunale il matrimonio di sedici coppie omosessualidi Andrea AccorsiBraccio di ferro tra il sindaco di Roma e il ministro dell’Interno sulle nozze gay. Ignazio Marino ha trascritto nel registro comunale della Capitale il matrimonio di sedici coppie omosessuali. La prima trascrizione è stata quella della coppia composta da Marilena e Laura, che si sono sposate a Barcellona nel 2009 dopo essere state insieme per diciotto anni. «Oggi è un giorno speciale ma dobbiamo ancora fare tanta strada perché questo diventi semplicemente un giorno normale - ha detto il sindaco Marino -. La nostra Amministrazione crede fortemente che tutte le donne e tutti gli uomini siano creati uguali e abbiano gli stessi diritti, e allora, se ci pensiamo, quale diritto più importante c’è del diritto di poter dire alla propria compagna o al proprio compagno “ti amo” e di vedere riconosciuto quell’amore?».La mossa di Marino non è piaciuta per nulla al ministro Angelino Alfano. «Ribadisco - sottolinea su Facebook il titolare del Viminale -: per l’attuale legge italiana, ciò non è possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge. In pratica, il sindaco Marino ha fatto il proprio autografo a queste, peraltro rispettabilissime, coppie». Mentre il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha comunicato che inviterà immediatamente il sindaco a cancellare le trascrizioni. «Se non dovesse procedervi - sottolinea la prefettura - provvederà all’annullamento delle stesse secondo le prescrizioni di legge».Insorgono il centrodestra, che ieri ha manifestato il suo disappunto davanti al Campidoglio, e la Chiesa. Per Angelo Zema, responsabile di Roma Sette, il settimanale della diocesi di Roma, quella di Marino è «una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti» basato su una «mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico». Zema parla di scelte «illegittime» in un «contesto dal tono hollywoodiano» e «dal chiaro sapore demagogico».Furibonda la Cei, che parla di «presunzione arbitraria, inaccettabile». La Conferenza dei vescovi, attraverso l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, condanna senza mezzi termini la decisione del sindaco capitolino che, afferma, «sorprende perché oltre a non essere in linea con il nostro sistema giuridico, suggerisce una equivalenza tra il matrimonio e altre forme che ad esso vengono impropriamente collegate. L’augurio è che il rispetto delle persone individuali sia sempre salvaguardato nelle loro legittime attese e nei loro bisogni, senza mai prevaricare il dato della famiglia».Ma c’è già chi è pronto a seguire le orme di Marino. Come il sindaco di Pistoia, Samuele Bertinelli, che ha annunciato l’intenzione di trascrivere personalmente i matrimoni contratti all’estero di tutte le coppie omosessuali che ne faranno richiesta.dalla Padania dl 19.10.14