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EBOLA e ISIS i nuovi INCUBI per la salute e per la sicurezza


di A. A.Gli ultimi pericoli in ordine di tempo legati all’immigrazione incontrollata nel nostro Paese si chiamano Isis e Ebola. All’impatto del fenomeno sulla società, l’economia e la cultura, si aggiungono i gravi rischi sul piano della sicurezza e della salute.Le autorità di governo assicurano che è tutto sotto controllo. Peccato che, come hanno rivelato alcuni sindacati di polizia, i controlli sanitari dei clandestini soccorsi e presi a bordo dalle navi impegnate nell’operazione Mare Nostrum consistano in un sommario esame esterno della durata di pochi minuti, senza alcuna analisi di laboratorio. E peccato che una malattia pericolosissima e dall’elevata mortalità qual è il virus dell’Ebola abbia un tempo di incubazione molto lungo, che può arrivare fino a tre settimane. Questo significa che una persona all’apparenza sana potrebbe in realtà essere stata contagiata dal virus, ma passerebbero diversi giorni prima che ne manifesti i sintomi.Fra i Paesi di provenienza degli immigrati irregolari vi sono anche quelli investiti dall’epidemia e cioè Guinea, Liberia, Nigeria, Senegal e Sierra Leone. Secondo i dati di settembre dell’Organizzazione mondiale della sanità, «l’epidemia di Ebola in Africa occidentale è ancora in crescita» ed è «improbabile» che le cifre sui contagi e i decessi riflettano la situazione reale.Altro capitolo inquietante, le infiltrazioni di terroristi. Non è un mistero che la gran parte dei migranti che attraversano il Mediterraneo negli ultimi mesi provengono da zone ad alto rischio, quali il Nord Africa e il Medio Oriente. Per un paradosso, mentre in Siria, Iraq e Afghanistan le nostre forze armate partecipano a missioni internazionali contro le basi del terrorismo islamico internazionale, le stesse forze (con la Marina) accompagnano sul nostro territorio migliaia di immigrati sprovvisti di documenti tramite Mare Nostrum.Nelle scorse settimane fra i sedicenti profughi siriani è sbarcato da un barcone un terrorista palestinese, che come molti altri ha subito fatto perdere le sue tracce. La polizia ha fatto in tempo a interrogarlo e a sequestragli il cellulare, nel quale teneva sue fotografie in mimetica e con un Kalashnikov. Di fatto, nessuno può verificare con certezza l’identità, la provenienza e soprattutto la fedina penale delle migliaia di clandestini che entrano ogni mese nel nostro Paese.dalla "Padania" del 19.10.14