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Bruxelles bacchetta l’Italia «Ha deviato dagli obiettivi» Renzi: rimedierò in 24 ore


Barroso si arrabbia per la divulgazione della missiva, il premier ribatte: pubblicherò tutti i vostri contidi A. A.La legge di stabilità non convince Bruxelles. Arriva a metà mattinata l’attesa lettera Ue firmata dal commissario europeo e vice presidente dell’esecutivo, Jyrki Katainen. Nel mirino, lo scostamento dagli obiettivi di bilancio 2015 che l’Italia ha fissato con la manovra, su cui i vertici dell’Unione vogliono vederci chiaro.Non è una bocciatura, almeno per ora. Il tono della missiva - pubblicata sul suo sito dal ministero dell’Economia e della Finanza in nome della trasparenza anche se «strettamente confidenziale» - è dialogante. Ma i rilievi sono perentori e prevedono tempi strettissimi di risposta.«L’Italia prevede una significativa deviazione dal richiesto percorso di aggiustamento strutturale verso gli obiettivi di medio termine nel 2015» si legge nella missiva (nella foto) recapitata al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. «La modifica prevista al bilancio strutturale per il 2015 sarebbe anche inferiore a quanto richiesto per assicurare il rispetto della regola transitoria sul debito, aggiunge, e violerebbe gli impegni «richiesti dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e crescita».Katainen sollecita «informazioni sulle ragioni del mancato rispetto da parte del Patto di Stabilità per il 2015» oltre a spiegazioni su come «l’Italia possa assicurare il pieno rispetto degli obblighi nelle politiche di bilancio previsti per il 2015 dal Patto di Stabilità e crescita».I chiarimenti, dice nero su bianco la lettera, devono arrivare entro oggi, per poter tenere conto del punto di vista dell’Italia «nell’ulteriore procedura». Richiesta che il governo italiano ha accettato senza battere ciglio: «Risponderemo alla richiesta di chiarimento entro il 24», assicura a stretto giro di posta il Mef, coinvolto nella polemica sollevata dal presidente dell’esecutivo Ue, José Manuel Barroso, al suo ultimo vertice a Bruxelles, per la pubblicazione on line della missiva. «È stata una decisione unilaterale - sottolinea Barroso -. La Commissione non era favorevole, perché stiamo continuando le consultazioni informali, tecniche, sulla legge di stabilità e pensiamo sia meglio avere un contesto di fiducia».È il bollettino di Bankitalia a fornire un “assist” al governo per la temporanea deviazione dalla strada degli obiettivi di bilancio: «Il ritardo del pareggio è motivato, ora occorre usarlo per la crescita» dice in sintesi Palazzo Koch. «Rispetto alle previsioni a legislazione vigente, l’indebitamento netto del 2015 viene accresciuto di 0,7 punti percentuali del prodotto, al 2,9%. Data l’eccezionale durata e profondità della recessione, le scelte del governo appaiono motivate» spiega il report, che però ammonisce: «Un più graduale processo di riequilibrio può aiutare a evitare una spirale recessiva della domanda; si giustifica se i margini di manovra che ne derivano saranno utilizzati efficacemente per rilanciare la crescita dell’economia e innalzare il potenziale di sviluppo nel medio e lungo termine».Arrivando al vertice Ue a Bruxelles, il presidente del Consiglio ha rilevato come «rispetto al merito della discussione non mi pare che ci siano grandi problemi. Stiamo discutendo di 1-2 miliardi di differenza. Possiamo metterli anche domani mattina». Renzi, semmai, si è detto «stupito che il presidente Barroso si sia sorpreso, nel senso che la lettera è stata anticipata qui». E ha rincarato: «Penso che sia finito in questo Palazzo il tempo delle lettere segrete. Pubblicheremo non solo la lettera, ma tutti i dati economici e quanto si spende in questi Palazzi».Per il vicepresidente dei senatori leghisti, Stefano Candiani, «dopo la tirata d’orecchie per la fantasia con la quale imbroglia i conti, Renzi punta i piedi e si mostra per il bamboccione carognetta che è. Minaccia l’Europa di pubblicare i costi dell’Europarlamento. Noi della Lega li chiediamo da tempo. E continueremo quindi a pressarlo per la pubblicazione delle spese inutili e faraoniche di Bruxelles, Strasburgo, di Palazzo Chigi e del Quirinale. Per una volta, passi dalle parole ai fatti».dalla Padania del 24.10.14