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MONTE DEI PASCHI Prime CONDANNE alla finanza allegra del PD


Tre anni e sei mesi per gli ex dirigenti Mussari, Vigni e Baldassarri: nascosero l’acquisizione di un derivato costato alla banca mezzo miliardo di eurodi Andrea AccorsiCondannata la finanza allegra del Pd. Tre anni e sei mesi per l’ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni e l’ex direttore dell’area finanza Gianluca Baldassarri: è questa la sentenza emessa dal Tribunale di Siena nei confronti dei tre imputati accusati di ostacolo alle funzioni dell’autorità di vigilanza, ovvero la Banca d’Italia, in relazione all’occultamento del contratto stipulato da Monte dei Paschi con la banca giapponese Nomura per la ristrutturazione del derivato “Alexandria”.La sentenza è stata pronunciata dal presidente del collegio giudicante Leonardo Grassi al termine della camera di consiglio, durata poco più di tre ore e mezzo. Il Tribunale ha dimezzato le richieste avanzate dai pm. La pubblica accusa aveva chiesto 7 anni per Mussari e 6 anni per Vigni e Baldassarri. Per tutti i tre condannati è stata decretata l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.Con la sentenza di ieri è arrivato a conclusione il primo processo dell’inchiesta sullo scandalo Mps, “costola” del principale filone d’indagine sull’acquisizione di Banca Antonveneta, trasferito per competenza al Tribunale di Milano dove i fascicoli sono ancora aperti. Il processo era iniziato a Siena il 26 settembre 2013, dopo che nel giugno precedente il gip aveva accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dai pm della Procura di Siena titolari dell’inchiesta (Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso). L’accusa ha sempre sostenuto che i tre imputati hanno nascosto agli ispettori della Banca d’Italia e agli organismi interni di Mps il contratto citato, perché consapevoli che l’operazione sarebbe stata un disastro per Rocca Salimbeni. Mussari, Vigni e Baldassarri hanno così evitato di iscrivere nel bilancio 2009 la perdita del derivato, poi costata alla nuova gestione della banca 500 milioni di euro.Il contratto contribuì dunque a creare il buco nei conti della banca senese, indebitatasi oltre misura per l’acquisizione di Banca Antonveneta. Il contratto occultato venne ritrovato solo nell’ottobre 2012 dall’attuale amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, nella cassaforte che era nell’ufficio privato di Vigni e subito fu consegnato ai magistrati senesi.Gli avvocati degli imputati hanno sempre sostenuto che all’interno della banca si sapeva dell’esistenza del contratto e che questo documento non era un segreto neppure per gli ispettori della Banca d’Italia. Per questo hanno chiesto ai giudici l’assoluzione con formula piena per tutti gli imputati. «Faremo appello» ha detto Tullio Padovani, uno dei legali di Giuseppe Mussari.«Siamo parzialmente soddisfatti, perché crediamo che il più grande scandalo finanziario della storia merita il massimo della pena -commenta il Carroccio senese, ieri presente con un presidio fuori dal Tribunale di Siena -. La giustizia, prima o poi, arriva per tutti. Ora aspettiamo una dura e pesante condanna anche per quel gruppo di potere, facente capo al Pd, che ha voluto, espresso, sostenuto Mussari & C., campando anche sulle loro sovvenzioni amicali».Ieri a Piazza Affari il titolo di Mps è stato più volte sospeso, perdendo alla fine della giornata oltre il 10 per cento. In una settimana Montepaschi ha perso in Borsa circa il 40%, bruciando più di 2 miliardi rispetto ai 5 del suo valore complessivo di venerdì 24.dalla Padania dell'1.11.14