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Legge FORNERO, SÌ della Cassazione al REFERENDUM


L’ex ministro ha un motivo in più per piangere: la Corte attesta la quota di 500mila firme raccoltedi Andrea AccorsiDa ieri la Fornero ha un motivo in più per piangere. La Cassazione ha certificato che è stata superata la soglia delle 500 mila firme necessarie per sottoporre a referendum popolare la (sciagurata) legge sulle pensioni e sul lavoro che porta il nome dell’ex ministro del governo Monti. Un ulteriore passo verso l’abrogazione della legge, che tanti guai ha prodotto per i lavoratori italiani.«Referendum sulla legge Fornero, la Cassazione ha certificato che quota 500.000 firme è stata raggiunta - ha scritto su Facebook Matteo Salvini -. Grazie a tutti voi! Ora manca l’ultimo passaggio, l’ok della Corte Costituzionale. Se a Roma non ci faranno scherzi, in primavera si cancella la Fornero».Sono 508.604 le firme raccolte e certificate come valide dalla Cassazione. Come scrive il Segretario federale, prima di fissare la data nella quale chiamare i cittadini a esprimersi sulla legge contestata manca il via libera della Consulta, che deve valutare la legittimità costituzionale del quesito.Il referendum per cancellare la Legge Fornero diventa così il primo a superare la “conta” della Suprema Corte fra quelli promossi la scorsa primavera dalla Lega Nord e depositati alla fine di giugno presso la Corte di Cassazione, a Roma. Una «grandissima vittoria della Lega e dei moltissimi cittadini che hanno riposto fiducia in noi, venendo a firmare ai gazebo» commenta il vice presidente del Senato Roberto Calderoli, referente del comitato promotore referendario. Per il capogruppo leghista alla Camera, Massimiliano Fedriga, «se il governo Renzi non è in grado di portare avanti politiche che servono ai cittadini, come l’eliminazione della legge delle pensioni, ci pensa la gente a farlo».Gli effetti nefasti prodotti dalla riforma dell’ex ministro Elsa Fornero, varata quasi tre anni fa, si sono drammaticamente materializzati a spese dei lavoratori giovani e non. Uno dei danni maggiori è stata la creazione, dal nulla, di un problema inedito, quello degli “esodati” ovvero coloro che, per effetto della riforma, si sono trovati senza reddito né da pensione né da lavoro. Un “limbo” contributivo che ha gettato nella disperazione migliaia di famiglie, private di ogni forma di sostegno anche per anni. Secondo un rapporto dell’Inps, gli esodati sarebbero più di 160 mila.In questi anni si sono moltiplicati gli interventi degli Enti pubblici per garantire loro una qualche forma di sostentamento, ma a tutt’oggi la questione risulta ancora lontana dalla soluzione definitiva.Altro guaio prodotto dalla riforma, l’innalzamento dell’età pensionabile ha reso più rigida e più difficile l’uscita dal mondo del lavoro e, nello stesso tempo, ancora più complicato accedervi. È anche a causa della riforma Fornero se negli ultimi anni il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato un record dopo l’altro, raggiungendo nel mese di settembre il 42,9 per cento dei potenziali lavoratori tra i 15 e i 24 anni, oltre il 5% in più rispetto al mese precedente l’approvazione della legge (novembre 2011).Del resto, non occorreva un genio per capire che innalzando l’età pensionabile si sarebbe bloccato il naturale turn-over che consente ai giovani di occupare le posizioni lavorative lasciate libere da quanti accedono al trattamento pensionistico. Un blocco che, combinato con la perdurante crisi economica in cui versa il Paese, ha via via peggiorato la situazione e che, come tutto lascia pensare, continuerà a farlo se non si cancellerà il provvedimento.La riforma dell’economista e docente all’Università di Torino ha danneggiato anche le donne, aumentando la loro età pensionabile senza tenere in considerazione il carico di lavoro familiare e sociale che le donne si assumono. La riforma, ancora, non affronta il tema dei lavori usuranti e fa ricadere i costi della crisi sui pensionati.Per tutte queste ragioni il Carroccio ha da subito ritenuto doveroso abrogare la riforma e ripristinare le regole di accesso al pensionamento che erano in vigore nella normativa precedente. Con il suo devastante impatto sociale, la Legge Fornero ha contribuito a fare da “traino” ai cinque referendum promossi dalla Lega, la cui raccolta firme è iniziata il 29 marzo. Una partenza col botto, con lunghe file di cittadini in coda ai gazebo allestiti a migliaia in molte città.La raccolta si è conclusa, secondo i termini di legge, tre mesi dopo, con la consegna di tre milioni di firme complessive contenute in seicento scatoloni che sono stati recapitati alla Cassazione da una delegazioni di militanti su quattro furgoni. È toccato alla Suprema Corte il vaglio “tecnico” dei moduli, esaminando e verificando il numero e la validità delle sottoscrizioni. Spetterà ora alla Consulta entrare nel merito dei quesiti depositati, ultima tappa da superare prima di chiamare i cittadini ad esprimersi. E a spazzare via una delle peggiori leggi mai approvate in Italia, ricreando le condizioni necessarie per risolvere tutti i problemi creati dalla riforma, a cominciare dagli esodati, e far ripartire il lavoro.dalla "Padania" del 5.11.14