Un po' di noi...

I lavoratori tagliati dalla BOLDRINI scendono in piazza


Sono i dipendenti di un’azienda appaltata dalla Camera. Costavano ben mille euro al mese...di A. A.Sacrificati sull’altare dei tagli alla spesa pubblica. Anche se costavano meno del 2 per cento del bilancio della Camera che, per inciso, è impegnato nella misura dell’80% a garantire stipendi e vitalizi dei deputati.Matteo Salvini ha incontrato a Roma i lavoratori della “Milano 90 srl”, scesi in piazza contro il loro licenziamento in massa. Si tratta dei dipendenti di un’azienda che si è aggiudicata l’appalto della Camera per servizi quali mensa, pulizia e portierato. In tutto, 426 persone che lavorano per uno stipendio di mille euro al mese (non proprio uno stipendio da favola) e per i quali è partita una procedura di licenziamento collettivo. Per ribellarsi a questa procedura, hanno deciso di incrociare le braccia manifestando in piazza Montecitorio, proprio davanti alla sede della camera bassa del Parlamento. I lavoratori lamentano inoltre il generale «disinteresse» nei loro confronti.«La spending review la rispettiamo tutti, la capiamo ma si può fare in modo diverso - dicono alcuni di loro -. La Camera andrà a risparmiare l’1,86%, mentre l’80% è bloccato fra stipendi e vitalizi dei parlamentari e noi siamo il risparmio. Verranno lasciate a casa più di quattrocento persone che guadagnano mille euro al mese».«I “tagli alla casta” della signora Boldrini fanno le prime vittime - rileva Salvini facendo riferimento alla presidente della Camera -. I dirigenti o i funzionari super-pagati? No, i 426 lavoratori della Milano 90, stipendio medio mensile sotto i 1.000 euro: licenziati. Li ho incontrati oggi, proveremo a dar loro voce. P.s. La Boldrini fa quasi rimpiangere Fini...».In effetti, per risparmiare, a una profonda limatura dei trattamenti previdenziali per i dipendenti in pensione e gli ex deputati, l’Ufficio di Presidenza della Camera ha preferito tagliare le spese per il funzionamento di Montecitorio, compresi i cosiddetti affitti d’oro. Fra questi, i Palazzi Marini, sede degli uffici dei parlamentari, oltre trecento stanze su diecimila metri quadrati suddivisi in tre prestigiosi complessi immobiliari e pressoché inutilizzate.Rinunciandovi, Montecitorio prevede di risparmiare, nel 2015, 30 milioni di euro. Peccato che il recesso del contratto di locazione dei Palazzi Marini abbia comportato anche il sacrificio dei lavoratori del terziario, turismo e servizi dipendenti della società che gestiva quei Palazzi. Lavoratori che ormai da tre anni si barcamenano tra cassa integrazione e contratti di solidarietà. Ma che - e qui sta la beffa - percepiscono uno stipendio medio di appena mille euro. E che quindi non contribuiscono certo a generare quegli sprechi ritenuti insostenibili in tempi di spending review.dalla Padania del 5.11.14