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Il tesoro nascosto dei lombardi vale 47 miliardi di euro all’anno


Uno studio di Éupolis, l’ente di ricerche della Regione Lombardia, evidenzia lo squilibrio tra tributi versati allo Stato e servizi ricevutidi Andrea AccorsiQuarantasette miliardi di euro: a tanto ammonta il residuo fiscale della Lombardia, ossia la differenza tra quanto la regione versa allo Stato sotto forma di tributi e quanto riceve come servizi. Un tesoro nascosto fra le storture dell’attuale sistema fiscale e che equivale, in soldoni, a cinquemila euro a testa all’anno.Il dato emerge da uno dei tre studi messi a punto da Éupolis, l’ente di ricerche della Regione Lombardia, illustrati nel corso di una seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Attività produttive, quest’ultima presieduta dal leghista Angelo Ciocca. Il primo documento evidenzia che le regioni del Nord vantano nel loro complesso un residuo fiscale di ben 74 miliardi, con la Lombardia che da sola ne produce quasi il 70%. I residui fiscali negativi, per contro, si concentrano soprattutto al Sud, in particolare in Sicilia e in Campania.In buona sostanza, per il periodo preso in esame (il triennio 2009-2011) si conferma quanto da sempre sostiene la Lega: ogni anno i lombardi - ma anche emiliani, veneti, piemontesi, toscani e laziali - versano all’erario un surplus di risorse che solo in minima parte ritorna sotto forma di trasferimenti e servizi pubblici, dal momento che quel surplus di risorse (pari a ben 86 miliardi di euro) serve per mantenere lo Stato centrale e le altre regioni, la maggior parte della Penisola, che hanno i bilanci in rosso.«La quantificazione della differenza tra quanto un territorio versa all’operatore pubblico sotto forma di imposte e quanto da esso riceve sotto forma di servizi è funzionale a comprendere in quale misura l’attuale assetto dei rapporti Stato-Regioni consenta di garantire un equo trattamento di tutti i cittadini, indipendentemente dal territorio di residenza - si legge nello studio -. L’analisi evidenzia ingenti differenze tra le regioni italiane, con residui fiscali positivi al Nord, soprattutto nelle regioni a Statuto ordinario, Lombardia in testa, e negativi al Sud».Per riallineare tali saldi, lo studio suggerisce tre strade: «Il superamento dei criteri di ripartizione delle risorse statali basato sulla spesa storica, la rimodulazione della struttura impositiva e dei meccanismi perequativi, l’individuazione di nuovi margini di autonomia regionale che consentano di trattenere una quantità maggiore di risorse».Univoci i commenti del Carroccio. «Non solo si riceve poco in proporzione a quanto si versa, ma adesso quel poco lo si vuole far diventare un niente o poco più - lancia l’allarme il vice presidente del Consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti -. Residuo fiscale e autonomia sono fortemente connessi. Ecco perché l’obiettivo sempre più chiaro da raggiungere diventa la piena autonomia regionale». Per il vice capogruppo della Lega Nord in Regione, Fabio Rolfi, il residuo fiscale lombardo «è una cifra insostenibile e astronomica, che nulla ha da invidiare a quanto nell’Ottocento le potenze europee sottraevano con la forza e la vessazione alle colonie. Di fronte a questi dati, il Consiglio regionale lombardo non dovrebbe sprecare un solo giorno di tempo in più sul tema dell’autonomia speciale e approvare immediatamente la richiesta di referendum consultivo per lo Statuto speciale, contrapponendo alle spinte centraliste e stataliste di Renzi una proposta seria e alternativa, nell’interesse di chi vive, studia e lavora in Lombardia».dalla Padania dell'8.11.14