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Immigrati, la RIVOLTA delle città: «Ora basta, così le DISTRUGGETE»


In migliaia contro il sindaco Marino nella “marcia dei rioni” a Roma: «Macché razzismo, vogliamo solo più sicurezza». Sit-in di un intero paese nell’Aretino, ma il prefetto lo snobbadi A. A.Dilagano le proteste contro il degrado prodotto dall’arrivo in massa di immigrati nelle città. Ieri a Roma rappresentanti dei comitati di quartiere di Corcolle, Ponte di Nona, Castelverde, Tor Sapienza, Portuense, ma anche dei quartieri Prati, Centro Storico, Aurelio Boccea hanno inscenato una “marcia dei rioni” contro il sindaco, Ignazio Marino. Vi hanno preso parte migliaia di persone. Molte le famiglie con bambini.I presidenti dei comitati reggevano la scritta “Ora basta. Marino vattene”. «Manifestazione necessaria - ha detto Franco Pirina, presidente del Coordinamento azioni operative (Caop) di Ponte di Nona e ideatore dell’evento -. Il degrado non riguarda più solo i quartieri periferici, ma anche quelli del centro». Fra gli slogan, «Marino paga le multe», «Rom, immigrati e criminalità: il sindaco Marino distrugge la città», «Marino vattene». Altri cori sugli immigrati: «I centri di accoglienza non li voglio».«Non è questione di razzismo: vogliamo solo più sicurezza nella nostra città» urlava un manifestante al megafono. «È la prima volta che c’è un corteo del genere contro un sindaco. Di questo dobbiamo ringraziare Marino: ci ha uniti tutti» ha detto uno degli organizzatori del corteo. «Dobbiamo conservare questa forza che abbiamo mostrato oggi. Meritiamo una Roma migliore, diversa da quella del presente. È un nostro diritto - ha ribadito Pirina -. La situazione va gestita tramite un programma affidato a persone competenti. Gli abitanti sono disposti ad aiutare queste persone se c’è un programma serio alle spalle. Il 21 novembre ci sarà un altro corteo all’Eur -ha aggiunto - sulla questione della prostituzione».Un autista del servizio di trasporto urbano ha denunciato l’ennesima aggressione, ad opera di un gruppo di extracomunitari, probabilmente ubriachi, che lo hanno accerchiato, spintonato e insultato. L’aggressione è avvenuta la sera del 16 ottobre.In provincia di Arezzo un paese intero, Badia Prataglia, frazione di Poppi in Casentino, ha protestato contro l’arrivo di cento immigrati, dopo che un albergo, chiuso per mancanza di clienti, ha partecipato ad un bando del ministero dell’Interno per ospitare i clandestini che giungono con gli sbarchi in Sicilia. In 150, su una popolazione di 785 abitanti (più della metà sono lavoratori pendolari), sono arrivati ad Arezzo per un sit-in davanti alla prefettura. In contemporanea, per tutta la mattina, a Badia Prataglia c’è stata una serrata dei negozi.Il sit-in, che si è svolto in modo pacifico, ha visto la partecipazione di famiglie con bambini, pensionati, studenti, imprenditori, artigiani e negozianti, alcuni dei quali hanno consegnato simbolicamente le chiavi in prefettura. Presenti anche alcuni albanesi che da tempo risiedono nella frazione montana.“Accoglienza e solidarietà da noi sempre, ma 100 sono troppi” si leggeva su uno dei cartelli esposti dai manifestanti. “Integrazione con proporzione e senza imposizione” era la scritta su un altro cartello. La Pro Loco, che anima la protesta, ha consegnato una lettera al prefetto, che però non ha ricevuto una delegazione del sit-in.dalla Padania del 16.11.14