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Legge sulle badanti in Lombardia, Saggese: bene formazione degli operatori e sostegno economico alle famiglie


Nelle case degli italiani lavorano più di un milione e mezzo di assistenti familiari o “badanti” (1.655.000, il 53 per cento in più rispetto a dieci anni fa) ma solo il 14% ha seguito un percorso formativo specifico, sebbene il 60% si occupi di assistenza specialistica. Il problema dell’assistenza agli anziani è destinato ad accrescersi in larga misura nei prossimi anni: nel 2050 ci saranno molti più nonni che nipoti e, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli over 60 passeranno da 650 milioni a due miliardi. Secondo la stessa Organizzazione, già nel 2020 la popolazione anziana in Europa sarà superiore a quella che il sistema sanitario potrà sostenere.Per queste ragioni, il Gruppo “Maroni presidente” ha contribuito con il proprio voto a far approvare il progetto di legge regionale che dispone interventi a favore del lavoro di assistenza e cura svolto dagli assistenti familiari. Sull’argomento, il consigliere del Gruppo Antonio Saggese (nella foto) aveva presentato un ordine del giorno. “Gli assistenti familiari – si legge nell’odg – coprono ormai la fase di età più avanzata delle persone fragili, il che coincide con il prendersi cura di pazienti con patologie croniche sempre più complesse che necessitano di una assistenza sempre più qualificata e professionale. In molte circostanze gli assistenti familiari si trovano anche a dover supportare l’anziano in caso di rientro al domicilio a seguito di dimissioni ospedaliere, per cui si rende necessario avvalersi di personale particolarmente qualificato, anche per prevenire una successiva ospedalizzazione. L’assistente familiare si trova spesso a gestire situazioni delicate, imprevedibili, perfino momenti di vera e propria emergenza”.Pertanto Saggese, che è componente della commissione Sanità e politiche sociali di Regione Lombardia, ribadisce “l’importanza di una formazione adeguata degli operatori, anche con l’istituzione di registri territoriali, così da tutelare sia assistenti familiari che famiglie, e la possibilità per le famiglie di ricevere fondi a sostegno delle cure per i propri familiari, in modo da poterli assistere nella propria casa e nel loro contesto sociale abituale, con un conseguente abbassamento dei costi per la sanità pubblica”.