Un po' di noi...

Tumore alla mammella, via a potenziamento della rete lombarda di unità di senologia


In Italia il tumore della mammella costituisce la prima causa di morte nella fascia di età compresa tra i 35 e 50 anni. Le evidenze scientifiche dimostrano come la diagnosi precoce sia l’azione più efficace nella lotta contro il tumore alla mammella e che i migliori risultati in termini di sopravvivenza, adeguatezza delle cure e qualità di vita sono direttamente proporzionali al numero di casi trattati per struttura sanitaria. E’ quanto ha ribadito Lara Magoni (nella foto), consigliere del Gruppo “Maroni presidente” e componente della commissione Sanità e politiche sociali, nell’illustrare al Consiglio regionale la proposta di risoluzione “Attuazione delle linee guida per l’implementazione della Rete regionale lombarda dei Centri di Senologia (Breast Units Network)”, poi approvata dall’Aula.«La presenza di una Rete di unità di senologia multidisciplinare, secondo il modello delle cosiddette Breast Units, rappresenta lo schema per eccellenza – ha sottolineato il consigliere Magoni – in quanto mette al servizio della paziente competenze specifiche e tecnologie avanzate, in una logica di sistema integrato che utilizza e valorizza tutte le risorse esistenti, operando in Rete anche con gli ospedali più piccoli e con le strutture territoriali (compresi gli hospice e l’assistenza domiciliare)».Il percorso messo a punto da Regione Lombardia, non ancora riorganizzato in vista della riforma sanitaria, fa registrare ancora una estrema frammentarietà dei casi trattati di tumori della mammella, con un dato del 2013 superiore rispetto all’anno precedente. Si evince infatti un aumento delle strutture che trattano meno di 20 casi, salito nel 2013 dal 38,6 per cento al 49,6%. Risulta poi che il 19,6% delle strutture (pari a 26) tratti più di 20 casi, il 25% (33 strutture) più di 50 e solo il 13,6% (18 strutture) più di 150 casi.«La ristrutturazione del percorso del tumore della mammella, valutando la distribuzione di circa 150 casi per Centro di Senologia, porterebbe alla identificazione di 40 realtà ospedaliere senologiche anziché le attuali 18, calcolando l’area milanese e le ASL provinciali di tutta la Lombardia comprese le aree geografiche disagiate – ha concluso Lara Magoni –. Tale riorganizzazione comporterebbe, a parità di risorse, non solo un efficientamento della rete di senologia, ma anche una copertura omogenea di tutto il territorio lombardo con un risparmio anche per il Servizio Sanitario Regionale».