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Tumore al seno, Toia: accelerare l'attivazione delle Breast Unit


Un incontro con la Direzione Generale Salute della Lombardia per fare il punto sull’attivazione delle Breast Unit nella regione: è quanto ha chiesto Carolina Toia, consigliere del Gruppo “Maroni presidente”, al termine del primo tavolo di confronto, svoltosi a Palazzo Pirelli, tra le consigliere regionali della Lombardia e i medici del movimento “Europa Donna Italia” (nella foto). Obiettivo: sollecitare la Regione a organizzare e rendere operative le Breast Unit negli ospedali pubblici e privati della Lombardia.«Le Breast Unit sono centri di senologia specializzati e multidisciplinari, nei quali svolgere attività di screening, diagnostica clinico-strumentale dedicata alla mammella e curare le patologie mammarie – spiega Carolina Toia –. L’organizzazione di questi centri per la prevenzione e la cura del tumore al seno è stata approvata dal Consiglio regionale lo scorso 13 maggio con una risoluzione, il cui relatore era la consigliere del nostro Gruppo Lara Magoni. Ad oggi, però, la risoluzione non ha ancora avuto attuazione. La salute delle donne – sottolinea Carolina Toia – è un bene che accomuna, trasversalmente, tutte noi ed è bene ricordare che un’attenta attività di screening, nonché una diagnostica dedicata, sono l’unica vera arma contro il tumore che colpisce noi donne».Le Regioni devono adeguarsi alla normativa nazionale per l’organizzazione di una rete dei centri di senologia (Breast Unit Network) entro il 2016. Nel corso del tavolo di confronto, la presidente di Europa Donna Italia, Rosanna D’Antona, ha rimarcato i benefici sociali ed economici derivanti dall’istituzione delle Breast Unit in Lombardia. Obiettivo del movimento, che riunisce 70 associazioni di volontariato sul territorio nazionale, è attivare almeno una Breast Unit ogni 500 mila abitanti; ciascuna di esse dovrà essere formata da personale medico (chirurghi, oncologi, patologi, chirurghi plastici, radioterapisti, fisioterapisti, psicologi, radiologi, genetisti, nutrizionisti) e infermieristico specializzato, oltre a contare sul contributo delle associazioni di volontari. Fra i requisiti base di una Breast Unit, la trattazione di almeno 150 casi all’anno, l’esecuzione di almeno 5.000 mammografie/anno e la disponibilità di una serie di servizi, dalla genetica alla prevenzione, dalla terapia palliativa al supporto psicologico.«La Breast Unit – rimarca Carolina Toia – riunisce in sé vari specialisti che a diverso titolo si occupano di tumore al seno e confrontano la loro competenza per scegliere la migliore strategia terapeutica. Studi recenti mostrano che la sopravvivenza è più alta se la paziente viene curata in centri super-specializzati e di grande esperienza per numero di casi trattati. Le Breast Unit, quindi, vanno attivate al più presto nel sistema sanitario regionale, per garantire a tutte le donne affette da tumore al seno una offerta sanitaria elevata che riduca sprechi e ottimizzi le risorse. Si tratta – conclude la consigliere della Lista Maroni – di una vera e propria rivoluzione per la sanità lombarda e per tutte le donne, che segnerà la storia della cura del cancro alla mammella».