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In vendita nei rifugi lombardi i bastoni creati dai detenuti del Bassone di Como


I bastoni prodotti dal laboratorio di intaglio avviato nel carcere del Bassone di Como (nella foto) saranno venduti nelle strutture alpine associate ad Assorifugi e nei centri visita e agriturismi delle foreste demaniali. Sono i primi significativi risultati dell’avvio del progetto che porta la firma del Consigliere Segretario del Consiglio regionale Daniela Maroni, decollato grazie all’intesa con la direzione del carcere, ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) e Regione Lombardia, con il supporto degli artisti intagliatori dell’Associazione M.A.SC.H.E.R.A. di Schignano.«Più che la politica qui ha vinto il buon senso – commenta il Consigliere Segretario Daniela Maroni –. Si tratta di un progetto che permette a una decina di detenuti di trovare una propria qualificazione professionale e, perché no, un lavoro, a fine pena. Un ringraziamento alla direzione del carcere, nella persona di Carla Santandrea, che ha accettato immediatamente di collaborare e portare avanti l’iniziativa. Iniziativa resa possibile grazie a ERSAF e a Elisabetta Parravicini, che ha messo a disposizione uomini e materiali». Si va ora delineando la seconda fase del progetto voluto dalla consigliera Maroni: in questi giorni si è svolto un nuovo incontro ad Albate con la direzione del carcere e i rappresentanti di ERSAF, per sistematizzare la produzione all’interno del carcere, facendo sì che l’intero processo – dall’ideazione alla produzione, alla commercializzazione – possa essere gestito direttamente dal carcere, come già avviene in altre situazioni. «Abbiamo deciso di commercializzare su canali ben definiti la vendita dei bastoni e delle sculture – continua Daniela Maroni –. Da qui l’accordo preso da ERSAF con Assorifugi e la decisione di dare il via alla vendita. Un laboratorio che non ha tardato a dare buoni risultati, con oggetti d’arredo che potrebbero catturare l’attenzione anche dei designer più affermati. Noi non abbiamo la necessità di “ragionare alla grande”, ma sicuramente di farlo con cognizione in quanto i benefici possono andare a favore di queste persone che si stanno impegnando per acquistare nuovamente la fiducia in loro stessi».