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Ticino in secca, Toia: rivedere l'accordo con la Svizzera sulla regolazione del livello del Lago Maggiore


«Riprendere la questione della regolazione delle acque del Lago Maggiore in modo da trovare un accordo unanime che non porti svantaggi né agli svizzeri né agli italiani, ma che sia un vantaggio per il fiume Ticino»: è quanto auspicato da Carolina Toia, consigliere regionale del Gruppo “Maroni Presidente”, nell’annunciare il voto favorevole del suo Gruppo alla mozione, approvata oggi all’unanimità dall’Aula, che invita la Giunta regionale a mettere in campo, nel più breve tempo possibile, tutte le azioni atte a scongiurare ulteriori danni ambientali al fiume Ticino ed al suo ecosistema, coinvolgendo oltre agli attori locali la Confederazione svizzera e il ministero dell’Ambiente.«Il Ticino vive ormai da tre anni una situazione delicata – ha detto Carolina Toia –. Il problema delle acque “mal gestite” del Lago Maggiore non garantisce il normale deflusso verso valle del fiume, che così si ritrova, per molti giorni dell’anno, costantemente sotto lo zero idrometrico. Da una portata di acqua insufficiente derivano problemi sia sul piano ambientale, riguardanti il Parco e la qualità delle acque, sia sul piano economico: sono ben 7.000 le aziende agricole che per il loro sostentamento usufruiscono delle acque del “fiume azzurro”. È evidente che così non si possa andare avanti, complici anche stagioni secche che registrano fino al 90% di precipitazioni piovose e nevose in meno».«Per questi motivi – ha proseguito la consigliere della Lista Maroni – si deve “utilizzare” il Lago Maggiore come riserva idrica in cui immagazzinare acqua quando ce n’è e rilasciarne nel fiume una buona quantità quando invece manca, così da garantirne il deflusso minimo. C’è un accordo siglato tra Svizzera e Italia nel 1940 che fissa il livello del lago ad un massimo di 150 centimetri sopra lo zero idrometrico dal 1° novembre al 15 marzo e a un metro da fine marzo a fine ottobre; nel 2015 il valore è stato alzato in via sperimentale a 1,25 metri per il periodo estivo, dietro iniziativa di un comitato italiano istituzionale presieduto dal ministero dell’Ambiente. Obiettivo: mantenere il Lago Maggiore come una riserva nei periodi di siccità. Si tratta però di un valore “salomonico”, a metà strada tra un metro e un metro e mezzo, deciso per soddisfare non solo gli operatori turistici svizzeri, ma anche quelli italiani. Di qui la necessità di rivedere, se del caso, l’accordo inerente la regolazione del livello del lago estiva e invernale, in modo da chiarire anche la posizione della Confederazione svizzera».