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Gadget nazifascisti, Galli (Lista Maroni): da opposizioni approccio ideologico superato


«Serve reato di apologia di tutti i totalitarismi»«Questa mozione trasuda di chincaglieria ideologica del Novecento, del secolo che, faticosamente, ci siamo lasciati alle spalle una quindicina di anni fa. Se avesse auspicato una nuova declinazione del reato di apologia, cercando magari di codificare il reato di apologia del totalitarismo, di qualunque colore, e del genocidio, dimostrando di superare un approccio ideologico nostalgico della cultura politica del Novecento, avrebbe trovato in noi dei convinti sostenitori». Così Stefano Galli, a capo del Gruppo consiliare “Maroni Presidente”, ha motivato nell'Aula del Consiglio regionale della Lombardia il voto contrario del suo Gruppo a una mozione delle opposizioni, bocciata, contro la diffusione di beni, gadget e oggetti con immagini fasciste e naziste.«Quel che manca nella mozione – ha spiegato Galli – è un cambio di passo, radicale e necessario. Nel suo approccio c’è un passato che non passa, c’è la storia dei vincitori imposta ai vinti, c’è la competizione sulla memoria – rossa, nera, grigia (quella di chi scelse di non scegliere) – che spesso ha animato il dibattito politico e la cultura politica del secondo Novecento. Come spiegare altrimenti i riferimenti a un esercizio commerciale bergamasco, a Casa Pound e all’inchiesta di “Repubblica”? Anche perché le aziende che realizzano i gadget del regime fascista e di quello nazista sono le stesse che realizzano i gadget dei regimi comunisti».«La mozione – ha proseguito il capogruppo della Lista Maroni – è il retaggio di un approccio vecchio e polveroso perché si appoggia alla XII disposizione finale della Costituzione repubblicana, che è del 1948, alla legge 645/1952 altrimenti nota come “legge Scelba”, che per altro impedisce di punire chi vende gadget ispirati al Ventennio, al nazismo e al fascismo. Con una sentenza della fine degli anni Cinquanta, la Corte costituzionale ha stabilito che è sacra e inviolabile la garanzia costituzionale di libertà associativa e di libera manifestazione del proprio pensiero, dal punto di vista ideologico. Come pure è espressamente vietata la ricostituzione del partito fascista, non la sua esaltazione. Più di cinque anni fa il ministro degli Esteri della Repubblica Ceca, Karel Schwartzenberg, nel nome dell’onestà-verità storica, si è rivolto alla Commissione dell’Ue, proponendo di riconoscere il reato di apologia del comunismo François Furet è stato un grande storico liberale della Rivoluzione francese, studioso anche di Tocqueville, curatore del “Libro nero del comunismo”. E allora – ha concluso Stefano Galli – ricordiamoli i 94 milioni di morti rubricati in quel libro!».