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Corsi di laurea soppressi, Galli (Lista Maroni): risultato di un cortocircuito organizzativo interno al sistema universitario


«Il proliferare dei corsi di laurea da un lato e la compressione delle carriere dei docenti dall’altro ha generato nelle università italiane un cortocircuito irrazionale»: è quanto ha denunciato in Aula il capogruppo della Lista Maroni nel Consiglio regionale della Lombardia, Stefano Bruno Galli (nella foto), nel corso del dibattito su tre mozioni presentate in merito alla chiusura del corso di laurea in Scienze infermieristiche presso il Polo didattico di Sesto San Giovanni (Mi) dell’Università Milano-Bicocca. «Ha ragione il Magnifico Rettore della Bicocca, professoressa Cristina Messa, che non può farci nulla – ha affermato Galli –. Il problema non è di natura sanitaria ma eminentemente accademica. Con il passaggio al “3+2” (triennio più biennio specialistico) si è verificata, allo scopo di ampliare l’offerta formativa, una proliferazione dei corsi di laurea cui non è corrisposto uno sviluppo delle carriere dei professori universitari. Anzi, sul reclutamento del corpo docente è gravato il blocco del turnover, a fronte delle numerose uscite di ruolo. Così i requisiti minimi per l’attivazione e la sopravvivenza dei corsi spesso vengono meno. È un cortocircuito – ha concluso il capogruppo della Lista Maroni – che nessun ministro ha affrontato con determinazione e di cui tanto meno una ministra che ha millantato una laurea sarà in grado di occuparsi».