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Genitori separati, Saggese (Lista Maroni): legge per tutelarli modificata per aiutare, dopo le madri, anche i padri


«La legge si rivolgeva, e si rivolge, ad entrambi i genitori separati, madri o padri che siano. Dopo aver constatato che nei primi anni in cui è stata in vigore sono state soddisfatte soprattutto le madri, la struttura del bando è stata modificata per soddisfare ora anche i padri». Antonio Saggese (nella foto), consigliere regionale del Gruppo “Maroni Presidente”, spiega così i contenuti e gli effetti della relazione annuale informativa, presentata ieri in commissione Sanità, sull’attuazione della legge regionale 18/2014 sui genitori separati della quale è stato primo firmatario.«Il report annuale, previsto dalla stessa legge sulla sua attuazione, con particolare riferimento ai criteri e alle modalità per l’elargizione dei contributi economici, ha posto in evidenza come tali contributi, pari per i primi due anni a 4,7 milioni di euro, sono stati assegnati alle madri nell’86% e ai padri nel 14% delle quasi 2.000 domande presentate e accolte – spiega Saggese –. Il bando di Regione Lombardia si rivolgeva parimenti ai genitori di entrambi i sessi; se la gran parte delle domande accolte riguardano i genitori di sesso femminile, lo si deve al fatto che le madri hanno presentato il maggior numero di richieste. È un fatto che definirei naturale, dal momento che gli uomini sono solitamente più ritrosi delle donne a rivolgersi ai servizi sociali e a usufruire delle misure messe a loro disposizione in caso di difficoltà economiche».«Ricordo che il contributo messo a disposizione da Regione Lombardia con questa legge è stato pari a 2.400 euro, erogato in sei rate mensili, per i genitori separati con un reddito Isee inferiore a 15.000 euro l’anno. La misura è stata finalizzata principalmente al sostentamento familiare (bollette, spese condominiali, affitto o rate del mutuo…). Sulla base dei risultati constatati dopo i primi anni di attuazione della legge – conclude il consigliere della Lista Maroni – lo scorso dicembre i termini del bando sono stati modificati per l’anno in corso con una delibera di Giunta, così da venire incontro, dopo alle richieste delle madri, anche a quelle dei padri separati. È una modifica che trovo giusta per aiutare, dopo le mamme, anche i papà separati che sovente restano senza casa, senza soldi e senza aiuti da parte delle istituzioni».In particolare, la delibera individua i beneficiari in “coloro che non risultano assegnatari della casa coniugale in base alla sentenza di separazione o di divorzio, o comunque non hanno la disponibilità della casa familiare”; i contributi per l’affitto prevedono ora un reddito Isee inferiore ai 20.000 euro annui e ammontano al 30% del canone, fino ad un massimo di 3.000 euro/anno. I fondi stanziati dalla Regione ammontano a più di 3 milioni di euro.