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Caregiver familiari, Toia (Lista Maroni) deposita proposta di risoluzione


«Governo tuteli il loro lavoro e ne riconosca il valore sociale ed economico»La Giunta regionale della Lombardia deve farsi promotrice presso il governo affinché dedichi adeguata attenzione all’iter legislativo per l’approvazione delle norme di tutela del caregiver o assistente familiare. È quanto chiede una proposta di risoluzione depositata dal consigliere regionale del Gruppo “Maroni Presidente” Carolina Toia e alla quale ha collaborato la senatrice Laura Bignami. In questi giorni presso la commissione Lavoro del Senato sono in discussione diversi disegni di legge volti al riconoscimento e al sostegno del caregiver familiare, ovvero di coloro che in maniera volontaria e gratuita si prendono cura, in ambito domestico, di una persona cara non autosufficiente.«Il caregiver familiare deve farsi carico dell’organizzazione delle cure e dell’assistenza e può trovarsi in una condizione di sofferenza e di disagio riconducibile ad affaticamento fisico e psicologico, solitudine, consapevolezza di non potersi ammalare per le conseguenze che la sua assenza potrebbe provocare, il sommarsi dei compiti assistenziali a quelli familiari e lavorativi, i possibili problemi economici – spiega Carolina Toia –. Secondo quanto emerso dalle ricerche condotte su questo delicato tema, gli assistenti familiari sono stati costretti nel 66% dei casi a lasciare il lavoro e nel 10% dei casi a chiedere il part-time o il telelavoro. Le legislazioni di molti Paesi europei prevedono specifiche tutele per i caregiver familiari, come benefici economici e contributi previdenziali».«In mancanza di una normativa nazionale, in Lombardia – ricorda la consigliere della Lista Maroni – la Legge regionale n. 15/2015 disciplina il lavoro di assistenza e cura, compresi gli interventi di natura assistenziale e domestica prestati in modo continuativo, finalizzati a prevenire, ridurre o rimuovere situazioni di disagio e fragilità, nei confronti di persone in condizioni di non autosufficienza temporanea, parziale o permanente; riconosce inoltre quali compiti della Regione il contrasto delle forme di lavoro sommerso e irregolare, assai frequenti in questo settore, la connessione con il sistema socio-sanitario e i servizi sociali, la programmazione annuale di forme di sostegno economico a favore delle persone assistite e delle loro famiglie e il sostegno all’istituzione di sportelli dedicati nei Comuni o negli Ambiti territoriali, anche avvalendosi del Terzo Settore, delle organizzazioni sindacali e dei patronati. È ora – conclude Toia – di tutelare il lavoro svolto dagli assistenti familiari anche a livello nazionale e di riconoscerne il valore sociale ed economico per la collettività».