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Pensioni, Toia (Lista Maroni): nessun buco nei conti


«Rivedere l'innalzamento automatico dell'età anche per favorire il ricambio generazionale»«Rivedere l’automatismo di innalzamento dell’età di accesso al sistema pensionistico per permettere al lavoratore di andare in pensione ad un’età congrua con il lavoro svolto e che possa liberare posti di lavoro alle nuove generazioni, garantendo sicurezza per il futuro sia dei pensionati che dei giovani»: è lo scopo di una mozione approvata nell’ultima seduta del Consiglio regionale come illustrato da Carolina Toia (nella foto), consigliere del Gruppo “Maroni Presidente-Lombardia in testa” e tra i firmatari della mozione. «Bisognerebbe sfatare il mito di un’Italia troppo spendacciona nel settore del welfare – osserva Carolina Toia –. La spesa per le pensioni, al netto delle tasse, si attesta intorno a 168 miliardi di euro, con entrate pari a 172 miliardi. Questo dato smentisce che le pensioni siano un “buco nero” nei conti dello Stato, che con questa scusa continua ad alzare l’età pensionabile e a tagliare le pensioni. La spesa per i pensionati è in attivo e le spese generali per il welfare sono più basse che in altri Paesi europei come Germania, Danimarca. Francia, Finlandia e Norvegia». «Anche altri dati devono farci riflettere, ovvero quelli relativi all’aspettativa di vita – prosegue la consigliere della Lista Maroni –. Nel 2015 si è riscontrato un abbassamento dell’età media che però non produrrà una riduzione dell’età di ingresso al sistema pensionistico, dal momento che la legge attuale prevede soltanto adeguamenti verso l’alto e non verso il basso. Infine – conclude Carolina Toia – condivido la preoccupazione, contenuta nella mozione, che un tardivo accesso al sistema pensionistico ha un effetto immediato sul ricambio generazionale nel mondo del lavoro, come dimostra la disoccupazione giovanile». Come si legge nella mozione approvata, le modifiche imposte dalla legge 122/2010 hanno comportato un’accelerazione degli adeguamenti alla speranza di vita per cui, ad oggi e fino al 31 dicembre 2018, le pensioni di vecchiaia saranno corrisposte a 66 anni e 7 mesi di età, mentre dal 1° gennaio 2019, con l’aumento previsto di ulteriori 5 mesi, saranno necessari 67 anni e 2 mesi. L’aumento è stato previsto e applicato anche ai requisiti contributivi richiesti per la pensione anticipata (di anzianità) per la quale, fino al 31 dicembre 2018, saranno necessari 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, mentre dal 1° gennaio 2019 si passerà a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.