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Salute, sì a Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) specifico per tumore metastatico della mammella


«Sono fermamente convinto che la nostra Regione, fortemente impegnata nella prevenzione e nella cura del tumore al seno e che dispone di una rete di centri di senologia di assoluta eccellenza, possa ora focalizzare l’attenzione sulla patologia metastatica al fine di caratterizzare al meglio le necessità di questo tipo di pazienti e corrispondere in modo sempre più adeguato ai loro bisogni». È il pensiero espresso in Aula dal consigliere regionale Antonio Saggese (“Maroni Presidente-Lombardia in Testa”), componente della commissione Sanità e politiche sociali, prima dell’approvazione di una mozione, della quale è firmatario, per l’attuazione di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per il tumore metastatico della mammella. La mozione approvata, in particolare, chiede che si sostenga il ruolo delle Associazioni di pazienti e dei soggetti che si occupano di prevenzione e salute delle donne.«Regione Lombardia – ha ricordato Saggese nel suo intervento – che è in prima linea nella prevenzione del tumore al seno, attraverso la Rete Oncologica regionale, ha già definito una serie di indicatori per misurare i processi di presa in carico e di cura dei pazienti proprio al fine di tracciare un PDTA specifico per il tumore metastatico alla mammella. È ora indispensabile che questo lavoro di eccellenza si traduca nella definizione di un modello organizzativo per la formalizzazione del processo di gestione e di presa in carico delle pazienti affette da questo tipo di tumore, che, prendendo in considerazione i reali bisogni di queste donne in termini di salute e di assistenza, sia in grado di assicurare interventi sanitari efficaci che tengano conto del principio di equità ed efficienza del sistema sanitario».«Solo in Italia – ha proseguito il consigliere della Lista Maroni – sono 30 mila le donne con un tumore al seno metastatico. Il 5-10% dei 50 mila nuovi casi annui di tumore al seno è in fase metastatica al momento della diagnosi e circa il 30% delle pazienti alle quali è stato diagnosticato un tumore al seno in fase precoce dovrà poi affrontare questa evoluzione. Secondo una ricerca condotta da Europa Donna nel 2015, oltre la metà delle pazienti affette da carcinoma metastatico si sente abbandonata e sola, non sente di ricevere l’attenzione che meriterebbe né da media e istituzioni, né dal personale sanitario. Qualcosa però sta cambiando, sia sul fronte delle prospettive terapeutiche che dell’attenzione dei media. La grande novità di questi anni sul fronte terapeutico è che, sebbene non esista ancora una cura risolutiva, le terapie mirate di ultima generazione sono oggi in grado di bloccare o rallentare la progressione della malattia, trasformando di fatto il tumore al seno metastatico da malattia sempre letale a patologia prevalentemente “cronicizzabile”. Ad una maggiore sopravvivenza di queste pazienti corrisponde una maggiore attenzione alla loro qualità di vita, nettamente migliorata nell’ultimo decennio grazie a trattamenti sempre meno tossici che consentono alle pazienti di svolgere al meglio le attività quotidiane e di lavorare».