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«Così la Ue aiuterà la montagna lombarda»


L’obiettivo del neo vicepresidente di Euromontana, Ferrari: difendere tradizioni e risorse unichedi Andrea AccorsiCHIURO (SO) - Difendere le peculiarità della montagna, facendo leva sulle sue potenzialità anziché sugli svantaggi. Partendo da un dato di fatto: l’elevata qualità della vita che vi si conduce. È con questo spirito che Fabrizio Ferrari, presidente di Irealp - l’Istituto di ricerca per l’ecologia e l’economia applicate alle aree alpine che ha sede a Chiuro, in Valtellina - si appresta a reperire risorse in sede comunitaria dalla posizione di neo vicepresidente di Euromontana, l’Associazione europea per le regioni di montagna. «È un traguardo ambizioso - ammette Ferrari - ma possiamo farcela».I motivi di tanto ottimismo sono diversi. «È la prima volta che un lombardo acquisisce questa posizione - rimarca Ferrari -. E il fatto di arrivarci dalla presidenza di un ente che ha come scopo fissare regole e interventi per la montagna è un vantaggio enorme». Si tenga poi presente che è il vicepresidente di Euromontana a portare i problemi direttamente sul tavolo dei commissari europei, così da intervenire sulla programmazione degli investimenti. E Ferrari lascia chiaramente intendere che a fare la parte del leone sarà la montagna lombarda. A partire da due settori-chiave: energia e “info-mobilità”.«La prima è un valore aggiunto della montagna. Il sole, l’acqua, il vento, il legno sono fonte di sostentamento per le nostre comunità. Ma anche l’info-mobilità è fondamentale. Irealp è proprietaria di una rete di antenne Gps che coprono tutto il territorio e triangolandosi con satelliti russi e americani danno il geoposizionamento al millimetro di qualsiasi cosa fissa o in movimento. Con la Regione Lombardia stiamo sperimentando questo sistema di controllo che ha una moltitudine di applicazioni: dal catasto al controllo dei mezzi di trasporto, il che ci permetterà di monitorare i transiti di rifiuti tossico nocivi ai valichi frontalieri o la viabilità in generale. Ma con lo stesso sistema si può garantire la sicurezza delle persone in montagna soccorrendole in tempi sorprendenti, o monitorare la fauna selvatica: basta un microchip».Su questo fronte la Lombardia è all’avanguardia in Europa. Su altri, siamo quasi all’anno zero. «Nei miei tanti viaggi a Bruxelles ho constatato che l’Italia è sempre più assente dai tavoli europei, a tutti i livelli. Tocca a noi farci vedere di più e quindi cogliere maggiori opportunità dalla Ue». Obiettivo: sostenere le diversità dell’alta montagna e delle sue genti, come usi, costumi, arti, mestieri, dialetti. Il primo passo sarà un master in Lombardia sulle politiche europee destinato ai giovani laureati che risiedono in montagna. «Lo dico da montanaro: chi vive in montagna lo fa per scelta, non per costrizione. Tocca a noi difendere l’invidiabile qualità della vita nei nostri territori».dalla "Padania" del 5.12.08