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Torna libero Azouz la “vittima”«Cosa farò? Boh, ma in Italia»


Il tunisino che ha perso moglie e figlio nella strage di Erba ha finito di scontare la pena per spaccio. Ora attende l’esito del ricorso contro l’espulsioneMILANO - Ce lo hanno ripetuto tutti i tg, lo ritroveremo oggi su ogni giornale. Azouz Marzouk (nella foto) torna libero. Azouz Marzouk di nuovo in libertà. Si riaprono le porte del carcere per Azouz Marzouk, il povero, la vittima, l’uomo venuto da lontano (è tunisino) a cercare fortuna, lavoro e famiglia da noi eccetera e che invece ha conosciuto la morte, non sua ma delle persone a lui più care, la moglie, il figlio di appena due anni eccetera eccetera.Chissà se altrettanta attenzione mediatica gli sarebbe stata riservata se anziché Azouz Marzouk si fosse chiamato, che so, Adelmo Colombo. Attenzione che poi, a ben vedere, è riservata solo al suo lato di vittima della ferocia - innegabile, orrenda e da condannare il più severamente possibile, su questo non si discute - di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi più vituperati d’Italia. Chissà perché si sorvola sul passato di Azouz Marzouk, che sembra trovarsi perfettamente a proprio agio nei panni dell’agnellino ferito, la vittima sacrificale, il nuovo venuto al quale i vicini cattivi hanno massacrato eccetera eccetera ma che poi tanto agnellino non è.Intanto, stava in galera. E un motivo per starci, col garantismo imperante in questo Paese, ci doveva essere (non trattandosi di un politico, è da escludere l’ipotesi del complotto). Ah già, la droga: spacciava, Azouz Marzouk, per mantenere la sua famigliola barbaramente eccetera. I finanzieri di Erba lo arrestarono il 1° novembre 2007 dopo che aveva trascorso la serata in un ristorante di Eupilio (Como). Proprio come si conviene a un vedovo inconsolabile, sul quale per di più l’autorità giudiziaria ha aperto un fascicolo d’inchiesta da due anni. Una inchiesta forzatamente interrotta dal massacro dell’11 dicembre 2006 ad opera dei coniugi Romano.Processato, Azouz ha patteggiato una condanna a un anno e un mese. A differenza di tanti altri “colleghi d’impresa”, ha scontato la pena fino all’ultimo giorno. E ieri, per l’appunto, è tornato uomo libero. Almeno per ora, perché - altro dettaglio non ininfluente - oltre alla detenzione in cella è stato condannato alla pena accessoria dell’espulsione dal nostro Paese.«Voglio cercare di ricominciare a vivere. In Italia» ha messo subito le cose in chiaro circondato da una folla di giornalisti. Di tornare al paesello, lui, nonostante il monte di disgrazie patite qui, manco se lo sogna. «Non ho ancora fatto alcun programma. Vedrò» ha aggiunto. E sì che di tempo per pensarci ne avrà pure avuto, in quei tredici mesi trascorsi nel carcere di Vigevano (Pavia). «Devo anche attendere le mie vicende giudiziarie»: e già, che peccato quell’espulsione che deve pendergli sul capo come una spada di Damocle. Contro di essa, i suoi legali hanno fatto ricorso in Cassazione. Ma la Suprema Corte non si esprimerà che in primavera.Intanto, dal maggio scorso, il permesso di soggiorno di Azouz Marzouk è scaduto e non è escluso che gli venga notificato un nuovo ordine di espulsione. «In questo caso -mette le mani avanti il suo difensore, avvocato Roberto Tropenscovino - presenteremo subito ricorso al Tribunale competente».Insomma, è certo che di Azouz Marzouk sentiremo ancora parlare. Anche se, in attesa di eventuali nuove misure di sicurezza nei suoi confronti, gli avvocati hanno consigliato al loro assistito di trascorrere un periodo «lontano da occhi indiscreti, soprattutto dalle telecamere» fino a quando non sarà chiaro fino a che punto Azouz «è libero di muoversi per un tempo determinato o indeterminato». Sicuramente, almeno fino alla decisione che prenderà la Cassazione.A. A.dalla "Padania" del 31.12.2008