WOLANDS

Vulcani e isole che scompaiono


 Vulcani sottomarini che eruttano e lasciano sulla spiaggia uno strano materiale pomiceo, nero, che alle analisi si rivela di origine vulcanica. Isole che appaiono e spariscono, e un vulcano spento che sovrasta Sciacca, e continua ad eruttare vapori, ma che forse, dall'interno si arriva al mare. Lo stanno esplorando quelli del CAI di Trieste. Grotte e discese senza fine. Entrando dalla sommità del Monte San Calogero e scendendo per cinquanta metri l'unica cosa che si vede sono le pareti gialle di zolfo. Dentro al vulcano, con una temperatura superiore ai quaranta gradi e una umidità del cento per cento, sembra di entrare all'inferno e non sapere quando e come ne potrai uscire. E scendendo, in alcuni punti ci sono anfore e resti umani. Segno che in qualche modo ed in qualche tempo, quel vulcano, oggi spento, era abitato, altrimenti risulterebbe inspiegabile la presenza di quelle ossa. Ma ancora nessuno sa, per quanti metri toccherà scendere sotto terra. Sarà stato proprio questo, l'origine del vulcano, quello che cercava Filippo Bentivegna, meglio noto come “Filippi i testi”. Ossessionato nel trovare il punto in cui il magma del vulcano era ancora acceso per poterlo prendere e bruciare Sciacca.E poi un'isola che per incanto, al largo di Sciacca spunta dal mare ed è subito contesa da Borboni, francesi e inglesi, i quali hanno solo il tempo di battezzarla per poi vederla sparire. Che sia essa Ferdinandea o isola Giulia, adesso è in fondo al mare, ma i vulcanologi giurano che fra poco tornerà a galla e gli inglesi sono pronti a rivendicarne il possesso malgrado il re dei borboni abbia fatto mettere sull'isola una lapide con la scritta “questo lembo di terra sarà per sempre del popolo siciliano”. Ma qualcuno, evidentemente in disaccordo con la scelta, ha pensato di tuffarsi e prendere a martellate la lapide che oggi, malinconicamente, ed a pezzi, si trova nei locali della sezione saccense della Lega Navale. E poi ancora vulcani sottomarini che eruttano e portano sulle spiagge di Eraclea Minoa e di Seccagrande quello strano materiale scuro. Sembra di stare dentro un film di Steven Spielberg, invece siamo nel canale di Sicilia.