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CHE FORTE... ROCCO...!


Una strada fantasma. C´è anche questo nella storia del Golf Resort. Ed è materia di un processo per reati ambientali che inizia il 4 dicembre al tribunale di Sciacca. Alla sbarra l´amministratore delegato della Sir Rocco Forte Hotel, Moreno Occhiolini e il progettista Domenico Baudille. I due sono imputati per violazione delle norme del Codice della navigazione e per violazione di norme in materia di beni artistici ed ambientali. Il primo reato riguarda proprio la costruzione della strada di accesso al mare che doveva essere autorizzata dalla capitaneria di Porto Empedocle ma che nelle tavole presentate alle autorità marittime non compare. Figura invece nel progetto sottoposto al Comune.Il secondo capo di imputazione si riferisce alla realizzazione di strutture in una zona sottoposta a vincolo ambientale ed in parziale difformità alle autorizzazioni concesse dalla soprintendenza di Agrigento e dall´assessorato regionale Territorio e ambiente che aveva indicato 33 prescrizioni cui attenersi. L´inchiesta è iniziata dopo le denunce di Legambiente Sicilia, la prima delle quali risale al 31 luglio 2006. Il processo non è che l´ultimo atto di una vicenda che tra polemiche e inchieste si trascina dall´avvio del progetto. Il Golf Resort Rocco Forte prevede la costruzione di un complesso alberghiero con hotel a 5 stelle e 40 suite per 500 posti letto, con annessi due campi da golf, un centro benessere, un centro congressi e campi da tennis. Un mega investimento da 113 milioni di euro su ben 206 ettari di terreno di contrada Verdura sulla costa di Sciacca. Di questi, 120 ettari saranno usati per i campi da golf. L´iniziativa è il frutto di una intesa fra il gruppo alberghiero "Sir Rocco Forte & family spa", Sviluppo Italia, ovvero il ministero dell´Economia che stanzierà 7,5 milioni di euro e la Regione Siciliana che farà la sua parte con 2,9 milioni di euro stanziati dal Cipe e che dovrebbero servire (attraverso Sviluppo Italia) per le opere a mare. Dalla partnership con il pubblico, l´azienda ottiene anche dal Comune di Sciacca l´abbuono di tutti gli oneri di urbanizzazione in cambio del finanziamento di alcuni progetti. Individuato il sito si procede con il cambio di destinazione d´uso dei terreni che da agricoli diventano edificabili. Il piano di lottizzazione è l´ultimo atto della passata amministrazione guidata da Ignazio Cucchiara che dà il via libera nella notte del 28 aprile 2004 a poche ore dal rinnovo dell´amministrazione. Gran parte dei terreni appartengono a tre famiglie siciliane: i Melisenda Giambertone, i Borsellino e i Merra. Secondo un prospetto di costi sequestrato dalla Procura della Repubblica di Sciacca proprio i Merra hanno stipulato con la Rocco Forte preliminari di acquisto per 4,4 milioni di euro. L´attenzione è concentrata sui Merra perché Elena Merra è la moglie di Gianfranco Miccichè, all´epoca vice ministro dell´Economia, al vertice, cioè, del ministero da cui dipende Sviluppo Italia, uno dei partner dell´affare. Legambiente solleva apertamente l´ipotesi di un conflitto di interessi di Miccichè «che acquista con soldi pubblici, terreni che appartengono alla moglie e alla famiglia di lei». Dai grandi proprietari ai piccoli. La Procura di Sciacca si interessa anche a loro e soprattutto ai mediatori che avrebbero usato pressioni e minacce per convincere i più riluttanti a vendere. L´ipotesi di reato è di estorsione aggravata ed il processo si conclude con la condanna a 5 anni e 2 mesi per uno degli imputati.Intanto corre in parallelo l´iter amministrativo per le autorizzazioni al progetto e Legambiente avvia un braccio di ferro. A colpi di denunce. Si scopre, ad esempio, che il progetto viola le norme sull´impatto ambientale, si trova in un sito di interesse comunitario, minaccia la distruzione del paesaggio agrario di contrada Verdura, stravolge il paesaggio costiero e cancella completamente la falesia del Verdura. Insomma, quello che, secondo l´amministratore delegato della Sir Rocco Forte, Moreno Occhiolini, dovrebbe competere con strutture simili a quelle della Costa del Sol e della Florida, il progetto che dovrebbe dar lavoro a centinaia di disoccupati, non avrebbe le autorizzazioni necessarie e provocherebbe una serie infinita di catastrofi ambientali.